Una professoressa di storia, con la figlia di otto anni, s’imbarca per una crociera nel Mediterraneo. Il coniuge li aspetta all’arrivo, a Bombay. Gli scali danno occasione alla madre (un’abbagliante Leonor Silveira) di spiegare alla figlia i fondamenti della nostra civiltà. Sulla nave, faranno amicizia col comandante –nordamericano di origine polacca- e con tre distinte e mature signore: un’imprenditrice francese, una modella italiana ed una cantante greca.
Il portoghese Oliveira celebra i 95 anni (il regista attivo più longevo del mondo) con un film sublime, nel quale si parla con raffinata abilità delle radici dell’ Europa: religione, cultura, arte, senso della vita, tolleranza; ma anche vecchiaia, morte, odio fanatico, violenza irrazionale…
La conversazione con un pope ortodosso, ai piedi del Partenone, o il dialogo semplice con un pescatore marsigliese, la cena in cui si conversa in cinque lingue del divino e dell’umano, la visita a Santa Sofia (chiesa cattolica, chiesa ortodossa, moschea, e ora museo) si trasformano in cinema puro e indimenticabile. Travolgente bellezza di una coproduzione che esprime l’ampiezza di prospettive del produttore di Lisbona, Paulo Branco. Il bellissimo titolo parla della predilezione di Oliveira per i particolari allusivi, del suo amore agli attori, dell’amabile e intelligente semplicità di un anziano che impartisce le sue lezioni con parole seducenti, rese in immagini. Alberto Fijo. ACEPRENSA.
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