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I pinguini di Madagascar

20/12/2014. Regista: Simon J. Smith. Animazione. 92 m. USA. 2014. Tutti.
I pinguini di Madagascar racconta l'origine del simpatico gruppo che è stato la gioia di adulti e bambini in Madagascar e il suo sequel. Dopo una divertente presentazione del gruppo nell’Antartide, il film fa un salto e ci porta fino ai giorni nostri, per introdurre la storia di un supercriminale che i pinguini dovranno combattere.

I pinguini di Madagascar sono un gruppo divertente e si districano a meraviglia in un cortometraggio. Dal 2008 hanno la loro propria serie, ma il lungometraggio non li favorisce troppo: perdono ingegno, si ripetono. La prima mezz'ora è deliziosa, piena di spirito; dopo lo script si limita ad accumulare situazioni divertenti, con alcuni abbassamenti di tensione inevitabili e, anche se è sempre divertente, finisce per saturare. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


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Dragon Trainer 2

20/9/2014. Regista: Dean Deblois. Sceneggiatura: Dean DeBlois, basata sul romanzo di Cressida Cowell. Animazione. 105 min. USA. 2014. Tutti.
Quattro anni fa DreamWorks Animation ha raggiunto un picco creativo con Dragon Trainer, di Chris Sanders e Dean DeBlois, i registi per la Disney  di Lilo & Stitch. Quell’eccellente film in 3D stereoscopico, sulla amicizia tra un bambino vichingo debole e intelligente e un mitico drago ferito, attirò i consensi unanimi della critica. Ora, il canadese DeBlois dirige in solitario il sequel, anch’esso basato sulle storie per bambini della scrittrice inglese Cressida Cowell. Il risultato è un po’ meno poetico e accattivante, ma sempre eccellente.

Cinque anni dopo che il piccolo Hiccup e l’impressionante Sdentato erano diventati amici, nel villaggio vichingo dell’Isola di Berk gli uomini vivono insieme in armonia con i draghi. Mentre Astrid, Patan e il resto della banda si sfidano in gare di draghi, l’adolescente Hiccup esplora territori inesplorati a dorso di Sdentato. Così scoprono un’isola segreta di ghiaccio, dove vivono centinaia di draghi selvaggi. Li alleva un misterioso Dragon Rider, che garantisce la protezione degli animali dalla tirannia di Drago, un uomo crudele per il quale lavora il cacciatore Eret.

DeBlois offre ancora una volta uno spettacolo travolgente, pieno di sfondi stupendi e con un’animazione digitale di primo livello messa al servizio di un gustoso cocktail comico-epico-romantico-drammatico, sviluppato con una progressione narrativa avvincente. Ringraziamo il regista canadese che ha mantenuto le qualità del film precedente e ha cercato di arricchirlo con la sotto trama del mascherato Dragon Rider, sulla capacità di sacrificio.

D’altro canto, le motivazioni del misterioso personaggio non sono molto ben spiegati e le due trame epiche di Eret e di Drago  non portano grandi sorprese. Infine, la colonna sonora di Powell, anche se brillante, rivisita troppo il tema del primo film. Con questi caveat questa seconda parte mantiene un alto livello tecnico e artistico. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


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Planes 2- Missione antincendio

20/9/2014. Regista: Roberts Gannaway. Sceneggiatura: Jeffrey M. Howard. Animazione. 83 min. USA. 2014. Tutti
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I DisneyToon Studios sono stati creati per produrre film di animazione di minore portata, destinati ad essere distribuiti direttamente in DVD e BluRay, ma a volte raggiungono prodotti di tale qualità arrivano ai cinema. E’ accaduto a quasi tutti i film del marchio Disney Fairies fuori degli Stati Uniti, ed è successo lo scorso anno con Planes, singolare spin-off disneyano della saga Pixar Cars, che ha incassato oltre 220 ​​milioni dollari in tutto il mondo, quasi cinque volte il suo budget di 50 milioni. Ora lo stesso percorso con  Planes 2 – Missione Antincendio, diretto dallo specialista Roberts Gannaway (Leroy&Stitch, Trilli e il segreto delle ali), sponsorizzata anche da John Lasseter, che ha portato l’idea di partenza.
Dopo essersi consolidato come famoso pilota automobilistico, il modesto aeroplanino agricolo Dusty riceve una notizia terribile: un pezzo importante e fuori produzione del suo motore è danneggiato e dovrà smettere di competere se non vuole schiantarsi. Desolato, Dusty accetta di fare il corso per diventare aereo di soccorso e antincendio. Si trasferisce al bellissimo Parco Nazionale Pistone Peak, dove riceverete istruzioni dall’esperto elicottero antincendio Blade, nel cui team ci sono Super Scooper Dipper, estroversa e facile a innamorarsi, l’elicottero da carico Windlifter, il trasporto aereo ex militare Cabbie e una banda di veicoli fuoristrada divertente e senza paura, nota come i Smokejumpers. Insieme dovranno combattere un terribile fuoco che minaccia l'intero parco.
Funziona alla grande questa nuova avventura tragicomica su dare alla vita una seconda possibilità, sul lavoro di squadra e le virtù del vero eroe. Anche in questo caso, lo script è agile, divertente ed emozionante. L'animazione è di alta qualità, soprattutto nella suggestiva sequenza dell’incendio, dove in particolare brillano gli effetti 3D stereoscopici. Continua a pesare il carattere un po’ troppo infantile, corale, e pedagogico, che alle volte porta all'accumulo di gag, una certa schematizzazione di alcuni caratteri secondari e qualche eccesso discorsivo. Ma nel complesso, si tratta di una produzione notevole per tutta la famiglia. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


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Rio 2

24/5/2014. Regista: Carlos Saldanha. Sceneggiatura: Carlos Saldanha, Don Rhymer. Animazione. 101 min. USA. 2014. Tutti.
Tre anni dopo il suo accidentato trasloco dal Canada a Rio de Janeiro, l’Ara Blu vive felice nel Centro di Conservazione delle Specie della città di Rio de Janeiro, con Perla e i tre figli di entrambi. Un giorno vedono in televisione come i loro due amici ornitologi denunciano il disboscamento illegale in una zona remota della giungla amazzonica, dove hanno trovato prove della presenza di una grande comunità di Are blu. Là vola tutta la famiglia –che si considerava tra gli ultimi rappresentanti della loro specie-,  in compagnia dei loro amici timorosi Nico, Pedro e Luis, che li avvertono dei terribili pericoli che dovrano affrontare in natura.

Fondatore di Blue Sky Studios e uno dei registi di Era glaciale, il brasiliano Carlos Saldanha rende un vistoso omaggio alla sua terra in questa divertente continuazione del suo film del 2011. Questa volta, il suo semplice messaggio ecologista critica la depredazione della Amazonia, allo stesso tempo che elogia il lavoro dei suoi protettori. E, ancora una volta, sottolinea l'alto valore della capacità di superazione, della famiglia, la maternità e l'amicizia. In questa seconda parte, la pianificazione e l'animazione sono ancora meglio, e ci sono scene molto spettacolari. La vivace colonna sonora di John Powell mantiene un livello molto alto, ed è completata da bellissime canzoni brasiliane di vari autori. Quello che di nuovo è leggermente fiacco è il copione, disperso per eccesso di sotto trame, un ritmo irregolare e un tono troppo infantile. Comunque, è una produzione raccomandabile per tutta la famiglia, soprattutto per i più piccoli. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


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Mr. Peabody e Sherman

29/3/2014. Regista: Rob Minkoff. Sceneggiatura: Craig Wrigth, basata nella serie prodotta da Jay Ward. 92 m. USA. 2014. Tutti.
Mr. Peabody è il cane più intelligente del mondo. Adottò legalmente Sherman quando era ancora un neonato, formandolo meglio che poteva, facendolo diventare un ragazzo molto intelligente, ma malizioso. Spesso viaggiano insieme in una macchina del tempo, attraverso la quale scoprono aspetti sconosciuti degli eventi più importanti della storia.

Minkoff brilla in un'animazione digitale con una certa aria retrò, ma piena di gesti espressivi, molto fantasiosa negli sfondi e realizzata a un ritmo frenetico, che nasconde la struttura episodica della sceneggiatura di Craig Wright (Lost, Six Feet Under). Inoltre, Wright rafforza l' unità del tutto sviluppando con una certa profondità drammatica i rapporti padre-figlio tra Mr. Peabody e Sherman e i sospetti razzisti che generano. Tutto questo, naturalmente, senza rinunciare ai continui colpi di humour, quasi sempre efficaci. In questo senso, qualche scorrettezza politica è apprezzata; ad esempio demistificare, e anche criticare apertamente la Rivoluzione francese. Il risultato è divertente e recupera lo stile dei cartoni animati classici. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


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Frozen. Il Regno di Ghiaccio

24/12/2013. Regista: Chris Buck, Jennifer Lee. Sceneggiatura: Jennifer Lee. Animazione. 108 min. USA. 2013. Tutti.
Nella versione Disney di questo racconto di Andersen ci sono due principesse, Anna ed Elsa, che si adorano, ma non possono stare insieme perché Elsa ha il potere, che nessuno conosce, di creare il ghiaccio e la neve intorno, il ché la rende una minaccia per i suoi parenti. Lei ha sempre nascosto il suo dono ed è diventata distante. Il giorno della sua incoronazione, i sentimenti di Elsa vanno in tilt, crea un inverno perpetuo in tutto il regno, e fugge verso le montagne. Anna parte a cercarla per porre fine al freddo e per ricuperare sua sorella. Sarà necessario l' aiuto di un ruvido boscaiolo e di un pupazzo di neve.

Frozen. Il regno di ghiaccio adatta La regina delle nevi, seguendo il modello dei classici creati da Walt Disney con Biancaneve che ha avuto il vertice in La bella addormentata nel bosco. Questa formula è andata incontro al decadimento ed è stato abbandonata, per riemergere brevemente con La Sirenetta e La Bella e la Bestia, per poi tornare - si spera per restare – nel mondo digitale e di 3D con Rapunzel. L’intreccio della Torre, e ora con Frozen.

In realtà, il progetto di Frozen era precedente, ma ha trascorso dieci anni "congelato". Poi, Rapunzel. L’intreccio della Torre  è diventato una magnifica realtà che poteva servire come linea guida. Il risultato supera le aspettative e questo film supera il precedente. La tecnologia di animazione digitale raggiunge livelli straordinari (movimenti di una fluidità e naturalezza sorprendente, fino l’ultimo gesto e articolazione), ma c'è anche una sceneggiatura, un ritmo narrativo e un design davvero notevoli.

La storia è raccontata con ritmo musical di Broadway. La colonna sonora appartiene a Robert Lopez e Kristen Anderson Lopez, autori di musicali newyorkesi. Non è il loro migliore lavoro, ma ha qualità e segni d’identità. Il film contiene numerose canzoni che portano la trama sulle ali, e un paio di numeri notevoli. Per quanto riguarda i personaggi, seguendo la migliore tradizione Disney, gli autori hanno creato un paio di secondari di lusso: la renna Sven -molto simile al cavallo di Rapunzel- e Olaf, un simpaticissimo pupazzo di neve, affascinante e spiritoso.

La storia ha musica, dramma, suspense, azione, amore, avventura e umorismo. I paesaggi innevati sono straordinari e, pur non essendo un film perfetto, è uno dei migliori di animazione in anni recenti. Il tandem direttivo è composto da Chris Buck (Tarzan) e Jennifer Lee (sceneggiatura di Ralph spaccatutto). Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


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Free Birds: Tacchini in fuga

24/12/2013. Regista: Jimmy Hayward. Sceneggiatura: J. Hayward. Scott Mosier. Montaggio: John Venzon. Musica: Dominic Lewis. Voci originali: Woody Harrelson, Owen Wilson, Amy Poehler, David Keith, Dan Fogler, Colm Meaney. 91 min. USA, 2013. Animazione. Tutti.
Nel mondo degli animali parlanti, l’animazione ha un pozzo in cui il secchio è sceso migliaia di volte e gli sceneggiatori si stanno ancora dando da fare per trovare storie che piacciano. Si sa che le storie dei insetti e animaletti vari sono una soluzione pratica che piace ai piccoli, ma con la straripante offerta di fughe di fattorie, nemo, pinguini, panda, giardini zoologici glaciazioni e altri animali selvatici c’è un ingorgo lunghissimo.

Il direttore del discreto Horton affronta una storia che in realtà non sa a chi vuole divertire o interessare. I più piccoli si pèrderanno con una storia contorta piena di battute da furbetti. Gli adulti trascorreranno 91 minuti guardando l' orologio e i bambini non riusciranno a innamorarsi di nessun personaggio.

Il budget di 55 milioni di dollari si vede, e l'animazione è buona. Il tema, molto americano (l’indulto del presidente americano ai tacchini in vista del Giorno del Ringraziamento) inizialmente sembra interessante, ma la paranoia che ne segue non provoca la scintilla e diventa un guazzabuglio con viaggi nel tempo e più giri di una giostra. Ciò nonostante non è andato in crash. Ha fatto 53 milioni negli USA. Alberto Fijo. FILASIETE.


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Justin e i Cavalieri Valorosi

26/10/2013. Regista: Manuel Sicilia. Sceneggiatura: Manuel Sicilia e Matthew Jacobs. Animazione. 85 min. Spagna. 2013. Tutti.
Il regista e produttore di animazione Manuel Sicilia ha vinto il premio cinematografico Goya nel 2008 con The missing linx e candidato ad un Oscar nel 2010 con il cortometraggio The Lady and the Reaper. Ora, con Justin e i Cavalieri Valorosi, consolida la sua traiettoria e quella degli studi di Granada Kandor Graphics. Uno dei soci è Antonio Banderas, che si lancia come produttore e fa il doppiaggio di uno dei personaggi. Si tratta di una divertente superproduzione  spagnola, girata in inglese e ambientata in un magico e iperlegale regno medievale. Lì, l'adolescente idealista Justin, figlio di un famoso avvocato, scappa di casa per realizzare il suo sogno di diventare uno dei Cavalieri Valorosi, ora proscritti.

I buoni fan dell’animazione potranno scoprire varie influenze classiche e moderne. Sicilia le presenta come omaggi e le arricchisce con nuovi profili e personaggi originali, attraverso i quali distribuisce esilaranti anacronismi, rispettosi degli alti ideali della cavalleria che esalta la trama. Si può sottolineare una feroce critica degli eccessi di legalismo e dei modelli e contro-modelli femminili, e la sua rispettosa visione della religione, incarnata in tre monaci cavalieri.

Questo ricco materiale drammatico e comico si snoda attraverso una sceneggiatura agile, delle situazioni suggestive e dialoghi frizzanti. E si traduce in immagini attraverso una splendida animazione, vicina a quella delle grandi case cinematografiche e molto attenta nei suoi disegni di personaggi, sfondi, gesti e pianificazione. Con la sua epica colonna sonora sinfonica, il londinese Ilan Eshkeri (Stardust, The Young Victoria), mette il tocco finale a questa eccezionale produzione famigliare, in grado di seguire il successo di Le avventure di Tadeo Jones e di consolidare il cinema d'animazione spagnolo. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


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Cattivissimo me 2

26/10/2013. Regista: Chris Renaud, Pierre Coffin. Sceneggiatura: Ken Daurio e Cinco Paul. Animazione. 98 min. USA. 2013. Tutti.
Dopo il successo di Cattivissimo me, la sua società di produzione Illumination Entertainment, sotto l'egida della Universal Pictures, ha prodotto una seconda parte che in chiara continuità con la prima. Ora il cattivo Gru è un buon padre di famiglia che comincia a chiedersi se le sue figlie adottive non hanno bisogno anche di una madre. Questo è  lo sfondo di un intrigo in cui un cattivo sconosciuto cerca di manipolare geneticamente i minions  per trasformarli in un esercito di mostri letali.

Questo film, realizzato tra Parigi e Los Angeles, è diretto da coloro che hanno firmato la prima parte di Cattivissimo me: il parigino di adozione Chris Renaud, che ha percorso tutte le strade della animazione: Marvel, DC Comics, Fox Animations, Disney Chanel, Sony Animation...- e il francese Pierre Coffin, con una lunga esperienza nel campo dell'animazione in Francia. Pur avendo già pronto il disegno dei personaggi del primo film, si è cercato di non ripetere meccanicamente la formula e apportare cose nuove.

Per questo, il produttore ha contato con i sceneggiatori Cinco Paul e Ken Daurio, che oltre alla prima parte di Cattivissimo me,  hanno firmato gli script di Lorax: il guardiano della foresta, Horton e molte iniziative (musica, canzoni, corti...). Forse perché si sono conosciuti in una parrocchia, o forse no, il fatto è che la sceneggiatura di Cattivissimo me 2 ripropone  nitidamente formule non politically correct: le ragazze hanno bisogno di “una madre” e non un “genitore B”, e vogliono una famiglia completa, con padre e  madre felicemente sposati. E tutto si racconta con la stessa tenerezza dimostrata nel primo film, che qui ritorna con nuove sfumature intorno al tema della maternità. A questo si aggiunge la stravolgente simpatia dei minions, riempiendo il film di divertenti gag, ed è lì dove si trova il punto di fuga comico della pellicola. I numeri musicali dei minions sono semplicemente da antologia. Juan Orellana. ACEPRENSA.


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I puffi 2

28/9/2013. Regista: Raja Gosnell. Sceneggiatura: Karey Kirkpatrick, David Ronn, Jay Scherick, J. David Stem, David N. Weiss. Interpreti: Neil Patrick Harris, Brendan Gleeson, Jayma Mays, Hank Azaria, Jacob Tremblay. 105 min. USA. 2013. Tutti.

La notte prima del suo compleanno, Puffetta si sente insicura, ha degli incubi che li ricordano che lei non è nata nel villaggio idilliaco del mondo dei Puffi, ma che suo padre è il malvagio mago Gargamella. Grande Puffo, tuttavia, le ricorda che “ciò che conta non è da dove veniamo, ma quello che vogliamo essere”. Puffetta aspetta impaziente i festeggiamenti della giornata, ma per una confusione crederà che il suo compleanno è stato dimenticato. Questa situazione coincide con le cattive intenzioni di Gargamella, che, lì nel mondo reale, ha in programma di aprire un portale interspaziale per rapire Puffetta. Il suo intento è quello di ottenere la formula per fare l’essenza di blu e poter  creare i propri Puffi.

Simpatico film per bambini che recupera con successo i buffi pupazzi blu creati dallo scrittore di fumetti belga Peyo (1928-1992), che ha portato a una serie TV molto famosa, I puffi. La trama di questa nuova avventura si concentra sulla necessità di sentirsi amati, di essere parte di una famiglia che ci ama incondizionatamente. E gli sceneggiatori sostengono tale messaggio con la sottotrama della famiglia di adulti di Patrick Winslow (Neil Patrick Harris), che si vede in una situazione difficile quando appare il padre Victor, interpretato da un geniale Brendan Gleeson. Ma al di là di quella chiara idea della sceneggiatura, il film è un non-stop di dialoghi umoristici, trasformazioni umano-animalesche alla Harry Potter, e di azione, un sacco di azione. I più piccoli se la passeranno alla grande, senza dubbio.

D'altra parte, è sorprendente la miscela tra il cartone e l'immagine reale. La perfezione è assoluta, quindi a volte è difficile dire che cosa è reale e cosa non lo è. Il regista Raja Gosnell, che ha ripetuto dopo la prima parte, I Puffi, colloca la maggior parte della storia a Parigi, e la verità è che trae molto vantaggio dalle strade e i famosi monumenti della capitale francese. DECINE21.


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I Croods


20/4/2013. Registi: Chris Sanders, Kirk De Micco. Sceneggiatura: Chris Sanders, Kirk De Micco. Animazione. USA. 2013. 98 min. Tutti.

Il conflitto alla base della trama di questo eccellente film d'animazione è ingannevolmente semplice. Una famiglia cavernicola in una terra desolata. Hanno paura del buio. Grug e Ugga hanno tre figli e una suocera. E la adolescente Eep, dai cappelli rossi e occhi verdi (doppiato da Emma Stone, chi altra?) vuole bene loro, ma è ribelle e difende i cambiamenti.

La sceneggiatura di The Croods è una meraviglia. Il viaggio, la trasformazione dei personaggi, i cambiamenti nelle relazioni, i punti di svolta, il mix equilibrato tra grande e piccolo, tra la grande avventura e i piccoli spazi per l'umorismo.

Con questo materiale, gli animatori di DreamWorks hanno fatto un lavoro di primo livello, soprattutto nei personaggi, che diventano grandi per le voci originali molto adatte, in modo che posso scrivere che Nicolas Cage è grande dando vita al patriarca Grug. Catherine Keener è la madre, ma Keener va bene quasi sempre.

Gli sfondi sono molto belli e il grande schermo è essenziale per godere sequenze d'azione da capogiro e originali, come quella dell'apertura con l'uovo. Il gag fotografico è delizioso e supporta due sensi. Lo spettatore rimane colpito, perché non ha visto un film in più, una parodia o un sequel: ha visto un grande film, il migliore della breve storia della DreamWorks. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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Ralph Spaccatutto


31/1/2013. Regista: Rich Moore. Sceneggiatura: Rich Moore, Phil Johnston, Jim Reardon, Jennifer Lee. Voci nella versione originale: John C. Reilly, Sarah Silverman, Jack McBrayer, Jane Lynch.101 min. USA. 2012.Tutti.
Ralph Spaccatutto, come Toy Story fece con i giocattoli anni fa, racconta cosa succede ai personaggi dei videogiochi quando gli uomini si ritirano. Ralph Spaccatutto ha trent'anni di successi nel salone giochi Arcade, e Ralph da 30 anni fa il cattivo e viene sconfitto. Non è colpa sua, lo programmarono così, ma questa situazione comporta un rifiuto sociale che gli dà fastidio. Non è stato neppure invitato alla festa di anniversario del gioco. Ralph decide che qualcosa deve cambiare ed esce del suo gioco per vincere una medaglia "come gli eroi", senza sapere che mette in pericolo l'intero salone giochi.

La sceneggiatura originale poteva essere una scusa per rendere omaggio a diversi videogiochi, ma Rich Moore, senza dubbio sotto l'impulso di Lasseter, ottiene molto di più: uno script intelligente con un cattivo – i cattivi di Disney hanno spesso caratteri memorabili- determinato a ottenere una medaglia che scoprirà il suo fondo buono grazie a una piccola in difficoltà e una moltitudine di complesse sottotrame che hanno a che fare con la grande sala giochi e, in particolare, con due grandi giochi, Hero’s Duty –per bambini- e Sugar Rush -per bambine-.

Le trame e i personaggi si intrecciano più volte e raggiungono risultati sorprendenti. I realizzatori fanno sfoggio di abilità giocando con i bit, pixel, texture e capacità di movimento dei vari personaggi, decine di cameo di protagonisti di giochi, antichi, antichissimi, e moderni, tutte sfruttate con umorismo. Un opera deliziosa, in cui le voci originali fanno parte della storia. Si vede altrettanto bene in 2D che in 3D. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

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Le 5 Leggende


30/11/2012. Regista: Peter Ramsey. Sceneggiatura: David Lindsay-Abaire, basato sulla serie di libri I guardiani dell’infanzia, di William Joyce. Animazione. 97 min. USA. 2102. Tutti.


Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, la Fatina dei Denti e Sandman, rendono felici i bambini con le loro straordinarie capacità. Ma un giorno si accorgono della presenza dell’Uomo Nero, lo spirito malvagio degli incubi, che impaurisce i cuori dei bambini e mina la loro fiducia nei Guardiani immortali dell’innocenza dell'infanzia. Quindi, chiedono consigli all’Uomo della Luna, che nomina un nuovo Guardiano, Jack Frost, il simpatico e audace spirito dell'inverno.

Questa nuovo film di Dream Works Animation si basa sulla serie di libri giovanili I guardiani dell’infanzia, scritto e illustrato da William Joyce, sul cui romanzo Un giorno con Wilbur Robinson si basava il film di Disney I Robinson, una famiglia spaziale. Rivista da Guillermo del Toro, Le 5 Leggende propone un adeguamento all’ambito infantile dei film di supereroi, in un gradevole clima natalizio, simile al grande Arthur Christmas: Operazione regalo. Senza raggiungere gli alti livelli tecnici e narrativi di questo film, Le 5 Leggende offre una storia agile e divertente, positiva nella sua difesa della fede e dell'innocenza infantile, e molto ben animata e pianificata dall’esordiente Peter Ramsey.

È quindi un buon film per tutta la famiglia, tenendo conto di un certo tono dissacratore del Natale e un carattere anglosassone, che può limitarne il suo successo in altri ambiti. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva

29/9/2012. Registi: Mike Thurmeier, Steve Martino. Sceneggiatura: Michael Berg, Jason Fuchs, Mike Reiss. Animazione. 94 min. USA. 2012. Tutti


Il quarto capitolo della saga Ice Age è un grande film di avventure di fattura impressionante, colori straordinari e sfondi di alta qualità. Il film ha un inizio potente, spettacolare, dando vita a una nuova avventura dei popolari personaggi con cui ridi e trascorri un grande momento, con molta azione, avventura, amicizia ed emozioni.

Il colore (bisogna tenere a mente che abbondano le sequenze nel mare) è molto buono e si vede che hanno lavorato duramente perché, essendo in 3D e dovendo portare lo spettatore gli occhiali, non si perda qualità. La storia potrebbe facilmente ristagnare, ma non ristagna perché gli sceneggiatori sono molto abili e realizzano una emozionante avventura che, senza essere particolarmente originale, sa giocare le sue carte e raramente entra in terreni troppo battuti. L'epilogo (lo scoiattolo è ancora una volta il protagonista) è molto divertente: ricorda Tex Avery al suo meglio. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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Ribelle - The Brave

29/9/2012. Regia: Brenda Chapman, Mark Andrews, Steve Purcell. Sceneggiatura: Brenda Chapman, Irene Mecchi. Animazione. 100 min. USA. 2012. Tutti.


Le Highlands scozzesi, secolo X. La rossa Mérida è un adolescente ribelle e impetuosa, figlia del rozzo Re Fergus e della raffinata Regina Elinor, e sorella di tre terribili gemelli. Sua madre vuole fare di Mérida una principessa rispettabile e discreta. Ma la ragazza ama combattere, tirare frecce –è un arciere bravissimo-, e cavalcare attraverso le foreste lussureggianti del regno. La tensione tra madre e figlia si attiva quando Mérida boicotta la cerimonia di elezione del suo futuro marito, un concorso ancestrale che coinvolge i primogeniti dei grandi signori della zona: l'enorme lord McGuffin, il burbero lord Macintosh e lo scontroso lord Dingwall. La sfida di Mérida si completa quando chiede a una eccentrica strega di eseguire un incantesimo per far cambiare di atteggiamento sua madre. La maga le concede il suo sventurato desiderio, che si trasforma in una maledizione e provoca il caos in tutto il regno.

Questo nuovo lungometraggio della Pixar Animation smentisce alcuni commenti circa la presunta crisi creativa dello  Studio di Emeryville. Certo, a volte si vedono i problemi di produzione subiti dal film, inizialmente diretto da Brenda Chapman (Il principe d'Egitto), e, infine, firmato da lei e di Mark Andrews, e co-diretto dal esordiente Steve Purcell. Per ciò risulta leggermente brusco il passaggio dalla commedia pazza della prima parte –vicina al tono di Dragon Trainer, il miglior lungometraggio d'animazione della DreamWorks-, al dramma intenso nel secondo tempo, con qualche eco del film d'animazione di Disney Koda fratello orso. In ogni caso, funzionano molto bene tanto le gag comiche come i passaggi melodrammatici, tra cui splendide sequenze d'azione, e che si arricchiscono con riflessioni sulla famiglia, l'educazione, l’ansia di libertà.

Tutto questo si sviluppa con un agile ritmo narrativo e la migliore animazione realizzata fino ad oggi. Da un lato, gli sfondi proporzionano uno spettacolo visivo impressionante, rinforzato dai brillanti effetti stereoscopici 3D e la colonna sonora dallo scozzese Patrick Doyle, tra cui diverse belle ballate di Julie Fowlis, Birdy e altri. Pixar dà anche il massimo in termini di animazione dei personaggi -sono memorabili i gesti e i capelli di Mérida e il trattamento dei costumi in vestiti, armi, pelli ... Si tratta di una produzione più che notevole, forse non completamente riuscita come i capolavori della Pixar – la saga Toy Story, Gli Incredibili, Ratatouille ... - ma che entusiasmerà i fan della animazione e il pubblico in generale, soprattutto quello femminile. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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Madagascar 3: ricercati in Europa

28/7/2012. Registi: Conrad Vernon, Eric Darnell, Tom McGrath. Sceneggiatura: Noah Baumbach. Animazione. 93 min. USA. 2012. Tutti. Nelle sale dal 22 agosto.


Dopo la fuga dallo zoo di New York e la riscoperta delle proprie radici nella savana africana, Alex il leone,  Marty la zebra maschio, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotamo femmina continuano le loro avventure in Europa, dove devono inserirsi in un circo itinerante per sfuggire ad una instancabile poliziotta francese dedita al controllo degli animali. In aggiunta agli incombustibili pinguini e ai giocherelloni scimpanzé, nella loro fuga saranno aiutati da un leone marino italiano, una tigre russa, un giaguaro di origini latine e altri singolari animali

In questo terzo capitolo della popolare serie dalla DreamWorks Animation, di nuovo ottengono un grande successo Eric Darnell e Tom McGrath, -registi delle primi due avventure-, accompagnati questa volta da Conrad Vernon, co-regista di Shrek 2 e Monsters vs Aliens. I tre mantengono un elevatissimo livello di animazione 3D stereoscopica e potenziano ancora di più un frenetico ritmo narrativo, caratteristico del cartoon americano più folle e delirante, a cui s’ispirano.

Questo significa sacrificare la profondità dei personaggi, ma assicura un sacco di sequenze d'azione spettacolari e colpi di umorismo molto divertenti, basati nei luoghi comuni più popolari dei diversi paesi europei. Merita speciale encomio la rinfrescante colonna sonora di Hans Zimmer, completata da diverse belle canzoni come Firework, di Katy Perry. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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La mia vita è uno zoo

30/6/2012. Regista: Cameron Crowe. Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna, Cameron Crowe, Benjamin Mee. Interpreti: Matt Damon, Scarlett Johansson, Thomas Haden Church, Elle Fanning, Maggie Elizabeth Jones. USA. 2011. 124 min. Tutti.


Benjamin Mee, avventuroso giornalista, ha due bambini ed è vedovo da poco. Gli si presenta la possibilità di cambiare casa. Ma quella che gli piace ha un piccolo problema: dentro c’è uno zoo chiuso al pubblico e sull'orlo del fallimento.

Cameron Crowe è un regista debole, anche nel suo miglior film, l’interessante Almost Famous. L'adattamento di un romanzo autobiografico l’ha fatto lui stesso con l'aiuto di Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada, Temptation in Manhattan) e il risultato è accettabile, anche se l'impressione è che la storia si sarebbe potuta raccontare meglio e in meno tempo.

Matt Damon fa un gran lavoro. È un attore così buono che può passare come un assassino, come un avvocato,  come poliziotto, come vedente tormentato e come un papà molto bravo che si preoccupa per i propri figli, e vuole renderli felici. Accanto a lei, Scarlett Johansson ricopre un ruolo relativamente normale, in attesa di tornare a mostrarci che la grande attrice che porta dentro (La ragazza con l’orecchino di perla) può risalire in superficie, scegliendo buoni progetti. Ingenuo, semplicistico, sciropposo,  La mia vita è uno zoo è un eccellente film per famiglie, con una grande fotografia di Rodrigo García (Babel). La bambina piccola è molto divertente, almeno nella versione originale. Alberto Fijo. ACEPRENSA

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Biancaneve


24/3/2012. Regista: Tarsem Singh. Sceneggiatura: Melissa Wallack, Jason Keller. Interpreti: Lily Collins, Julia Roberts, Armie Hammer, Nathan Lane, Sean Bean. 106 min. USA. 2012. Tutti. Nelle sale dal 4 aprile.

Se non fosse perché è della Pixar, non ti aspetteresti niente da una versione per il vasto pubblico (bambini ma anche adulti) di una fiaba del compendio dei fratelli Grimm universalmente nota. L'ultimo fiasco è stato Cappuccetto Rosso Sangue di Catherine Hardwicke.


Questa Biancaneve è, sorprendentemente, un film di notevole qualità: divertente, ben scritto, ben recitato e con una grande forza visuale. Dice Bernie Goldmann, uno dei produttori, che si sono proposti “di fare una versione reale di Biancaneve che avesse il sentimento, la dimensione e la portata di un film d'animazione”. E questo è uno dei grandi successi di un film che, in qualsiasi momento, non perde né il ritmo, né il senso dell'umorismo propri dei buoni titoli animati.

L’inizio –sensazionale- dà il tono: senza trascurare la storia, il film cura al massimo tutti gli aspetti visivi e tecnici. Si sente l'influenza del regista indiano Tarsem Singh (The Fall), che imprime un vigoroso marchio Bollywood alla scenografia, la coreografia delle battaglie, la fotografia e i costumi.

E qui il merito cresce, perché non c'è fiaba più conosciuta di Biancaneve, e malgrado questo, il team di sceneggiatori riesce a creare intrighi e mantenere il tono in un modo molto abile. In questo senso, il ruolo -e il momento- della famosa mela- mi sembra una genialità.

Julia Roberts ricama il suo ruolo di odiosa matrigna. Lily Collins (figlia del musicista Phil Collins) interpreta con scioltezza una Biancaneve a metà strada tra la tradizionale principessa della commedia romantica e la moderna eroina d'azione. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Il gatto con gli stivali 3D

17/12/2011. Regista: Chris Miller. Sceneggiatura: Brian Lynch, David H. Steinberg, Tom Wheeler, Jon Zack. Voci originali: Antonio Banderas, Salma Hayek, Zach Galifianakis. Animazione. 90 min. USA. 2011. Tutti.

I cantastorie sanno che le storie esistono in tante versioni quanti sono i narratori. Soltanto viene chiesto loro di essere fedeli all'idea originale, in questo caso, al divertente personaggio secondario che è apparso qualche anno fa con Shrek, un personaggio con tanta forza e personalità che si è guadagnato un film per se stesso, più o meno quello che quasi tre secoli fa ha fatto con lui Charles Perrault. Infatti, nonostante il suo tono leggero, come si addice ai racconti classici, ha anche una morale sul valore dell'amicizia, dell'onore e dell'onestà.

 

Come nelle occasioni precedenti, perché la squadra degli sceneggiatori e il regista hanno lavorato insieme nelle avventure di Shrek e di Hop, appaiono elementi di diverse storie popolari, ma la trama del Gatto con gli stivali è originale, costruita con disinvolto nonsense e piena di azione e di humour. È particolarmente riuscita la partenza e la caratterizzazione dei protagonisti; lo sviluppo è un enorme carosello dove accadono tante cose e si ingarbugliano in tal modo, che alla fine i realizzatori devono dare spiegazioni a colpi di discorsi e la storia perde credibilità.

La performance è impeccabile e il 3D, anche se non necessario, fa ancora più bello un film che piacerà ai bambini. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA. Pubblico: Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Il figlio di Babbo Natale

17/12/2011. Regista: Sarah Smith. Sceneggiatura: Sarah Smith, Peter Baynham. Animazione. 97 min. GB, USA. 2011. Tutti.

Questa divertente e tenera storia di Babbo Natale è stato prodotto da Aardman, la società britannica responsabile della serie Wallace & Gromit, vincitore di due Oscar per il cortometraggio animato.


Nel 2000, Aardman ha avuto successo con Chicken Run (Galline in fuga), ma non è riuscito nel 2006 con Giù per il tubo, un film noioso. In questo nuovo film, prodotto in associazione con una nuova major, Sony, recupera il buon livello. La famiglia di Claus è da molto tempo al servizio di San Nicola per distribuire doni ai bambini. Le nuove tecnologie sono arrivate e aiutano nel lavoro di Babbo Natale e le sue legioni di elfi. Ma c'è un problema in una spedizione.

Diretto dall’esordiente Sarah Smith, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Peter Baynham, il film è spiritoso e divertente, più pensata per oltre i 12 anni che per i bambini piccoli, ma diciamolo con chiarezza, non rovina l'illusione dei bambini rispetto al segreto dei doni. I personaggi sono ben definiti e l'azione si svolge con coerenza e spettacolarità, con un tono tenero e affettuoso.

Vale però la pena notare che, fatta eccezione per la breve apparizione di una chiesa accanto alla casa della ragazza che è rimasta senza regalo, non si parla minimamente della nascita di Gesù Cristo, e in nessun momento ci sono riferimenti al cristianesimo. Il che è veramente surreale. Alberto Fijo. ACEPRENSA. Pubblico: Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)