Madagascar 2

27/12/2008. Regista: Eric Darnell, Etan Coehn, Tom McGrath. Sceneggiatura: Eric Darnell, Etan Coehn, Tom McGrath. 89 min. USA. 2008. Giovani.

Dopo la vacanza trascorsa ad assaporare i piaceri del Madagascar, gli animali fuggiti dallo zoo di New York decidono di tornare alla Grande Mela. Ma il loro avventuroso volo si interrompe all'improvviso lasciandoli nel bel mezzo della savana africana, dove il leone Alex, la zebra Marty, l’imbranata giraffa Melman e l’ippopotamo Gloria riscoprono le proprie radici, se non addirittura la famiglia di origine.



Questa seconda avventura zoologica di Dream Works, espressa in un'animazione in 3D ulteriormente progredita, è dotata di un copione più agile e rifinito del precedente episodio; soprattutto nel drammatico flash-back iniziale, riguardante l’infanzia del leone Alex. Il tutto, inframmezzato da continue battute umoristiche -geniali quelle dei pinguini- e dalle rivendicazioni di lavoro del sindacato degli scimpanzé. Una speciale menzione anche all'eccellente colonna sonora di Hans Zimmer, con canzoni e balli di facile presa. Non mancano varie allusioni a maestri del calibro di Leonard Bernstein (West Side Story) o Ennio Morricone.

Se il film pretende però di attrarre anche un pubblico adulto, allora non appare un prodotto sufficientemente elaborato, con sotto-trame che imitano troppo apertamente altri film, soprattutto Il Re Leone, capolavoro della Walt Disney, cui allude smaccatamente. Ne risulta, comunque, uno spettacolo di divertente intrattenimento che, senza rompere la routine di Dream Works, è pur sempre capace di attrarre un pubblico eterogeneo. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Ultimatum alla terra

27/12/2008. Regista: Scott Derrickson. Sceneggiatura: David Scarpa. Interpreti: Jennifer Connelly, Keanu Reeves, Jon Hamm, Kathy Bates, John Cleese, Jaden Smith. 103 min. USA. 2008. Giovani


Nel 1951, Robert Wise realizzò Ultimatum alla Terra, che -a mio giudizio- è uno dei tre migliori film di fantascienza mai prodotti (gli altri due sono: 2001, Odissea nello Spazio e Star Wars). Il film racconta l’arrivo di un extraterrestre, di nome Klaatu, personaggio decisamente messianico, accompagnato da un gigantesco robot. Klaatu è latore di un messaggio all’umanità: se non impariamo a vivere in pace, saremo distrutti.



Derrickson, autore di The exorcims of Emily Rose, ha affidato i ruoli principali a due ben noti attori, Keanu Reeves (Matrix) e Jennifer Connelly (A beautiful mind). Il film non resiste al paragone con l’originale: è soltanto un film discreto, con buoni effetti visivi; a volte divertente e spettacolare, a volte noioso e prevedibile. Il messaggio principale dell’inespressivo Klaatu pare aver subìto un lifting: sembra troppo new age, cioè deliberatamente etereo, brumoso e politically correct. L’uomo è una minaccia per la vivibilità del pianeta Terra, con il suo rozzo militarismo e i suoi desideri distruttivi. La capacità di amare dell’essere umano e una vaga spiritualità -così vaga, da non potersi quasi definire tale- costituiscono la tenue traccia di speranza. Questo deliberato adattamento ad una sensibilità molto diffusa, tipica dei tempi nuovi, costituisce la principale debolezza del film. Ne scaturisce una trama banale e riduttiva, a maggior ragione, se confrontata con i grandi temi toccati dal film di Wise. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. -- (ACEPRENSA)

Come un uragano

27/12/2008. Regista: George C. Wolfe. Sceneggiatura: Ann Peacock, John Romano. Interpreti: Richard Gere, Diane Lane, Christopher Meloni, Viola Davis, Scott Glenn. 97 min. USA. 2008. Giovani-adulti. (XD)

Adrienne è una bella donna, madre di un'adolescente ribelle e di un bambino. Il marito, che l’ha abbandonata da alcuni mesi, le chiede ora una seconda opportunità. Per chiarirsi le idee, Adrienne va a sostituire -per un po' di tempo- la sua miglior amica, nella gestione di un albergo sulla spiaggia di Rodanthe (Carolina del Nord). È così che conosce Paul, prestigioso chirurgo, in crisi dopo la morte di una paziente e dopo la fuga del figlio, avventuratosi nella foresta ecuadoriana, come medico volontario.

Questo melodramma di George C. Wolfe evidenzia stesse virtù e difetti di altri adattamenti dei romanzi di Nicholas Sparks. Proprio in altri film, come Le parole che non ti ho detto, I passi dell’amore o The Notebook, anche qui si trattano conflitti drammatici e di serio impatto morale, sviluppati con fluida emotività ed incarnati da personaggi ben definiti, che facilitano la recitazione degli attori. È così un piacere trovarsi di fronte Richard Gere e Diana Lane in un posto meraviglioso, magnificamente valorizzato dalla fotografia di Alfonso Beato ed avvolto nelle spire della calda colonna sonora di Jeanine Tesori.

Comunque, proprio come nei film citati, l’insieme risente di un'elaborazione morale insufficiente -dove il desiderio prende spesso il sopravvento sulla responsabilità- e di un tono eccessivamente melodrammatico, così che il dolore vi irrompe in modo artificioso e letterario. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)

Il bambino con il pigiama a righe

27/12/08. Regista: Mark Herman. Sceneggiatura: John Boyne, Mark Herman. Interpreti: Asa Butterfield, Vera Farmiga, David Thewlis, Jack Scanlon, Amber Beattie. 96 min. GB, USA. 2008. Giovani. (V)

Bruno è un bambino di otto anni, felice e innocente. Sa che il suo paese è in guerra e gioca alla guerra con gli amici; come tutti, anche lui crede che i “suoi” siano “i buoni”. Vive a Berlino con i genitori e la sorella Gretel, di dodici anni, quando suo padre, un militare che -all'inizio del film- è stato appena promosso, deve recarsi alla nuova destinazione, portandosi dietro la famiglia.




Naturalmente, Bruno è restio a lasciare la sua città e gli amici. La nuova casa è isolata, non c’è niente da fare. Nessuno con cui giocare. Dalla finestra della sua stanza, Bruno vede però -non troppo lontano- una fattoria, dove ci sono dei bambini con cui forse giocare; ma gli è vietato avvicinarsi a quella strana fattoria, dove tutti portano il pigiama. Tuttavia Bruno, come ogni ragazzino irrequieto, ama le avventure. Di nascosto, trova quindi il modo di avvicinarsi alla fattoria, dove conosce Shmuel, un bimbo della sua stessa età. Subito diventano amici, a tal punto che Bruno, pur non piacendogli la nuova casa ed avendo l’opportunità di lasciarla, non vuole andarsene. Sarà proprio questa sua determinazione, a condurlo verso conseguenze inattese.

Il romanzo di John Boyne Il bambino con il pigiama a righe è stato un caso letterario, prima di arrivare ora su grande schermo, grazie alla perizia dello sceneggiatore e regista Mark Herman (Little voice-È nata una stella, Grazie, signora Tatcher), noto per la sensibilità e la cura dei dettagli. Boyne -in persona- ha collaborato alla sceneggiatura di un film che forse, meglio ancora del libro, mostra l’innocenza dei bambini, la loro meravigliosa fiducia negli adulti. Ed il rischio di perderla.

La scoperta dell’orrore è graduale: ci sono molti messaggi lanciati a Bruno, che lo spettatore interpreta in modo diverso dal bambino. C’è una scena commovente dove Bruno, cercando di capire il suo mondo e le sue scoperte, domanda a sua sorella: “papà e buono?” Questa scena ha un riscontro nella gioia che poi avverte, quando crede di aver trovato le prove della bontà paterna.

Film forte, girato senza il dispiego di mezzi vantato da un regista come Polanski, per trasmettere un messaggio, forte e umano, senza concessioni al facile manicheismo: lo stesso evidenziato nel film Il pianista. Il cast fa un lavoro sensazionale, assecondato dall’eccellente musica del maestro James Corner (Titanic). Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Bolt

27/12/08. Regista: Byron Howards, Chris Williams. Sceneggiatura: Chris Sanders. Animazione. 99 min. USA. 2008. Tutti.

Il matrimonio Disney-Pixar ha esordito con un notevole film in 3D, della Disney, I Robinson, una famiglia spaziale- e due capolavori della Pixar: Ratatouille e Wall-E. Adesso la coppia si consolida grazie a Bolt, altro film eccellente, nato -stavolta- come progetto in 3D della Disney.



Il film inizia con una delle migliori sequenze di azione della storia dei cartoni animati. Bolt, un cane fedele che crede di possedere super-poteri, fugge da casa, al fine di riscattare la sua padroncina, una combattiva bambina di nome Penny che, secondo il cane, è stata sequestrata da uno scienziato malvagio. Durante il viaggio iniziatico attraverso gli Stati Uniti, Bolt scoprirà la verità delle cose, coadiuvato dalla cinica gatta di strada Mittens e dall'entusiasta hamster Rhino, che vive in un pallone di plastica.

Basata su una solida premessa narrativa -con analogie presenti in The Truman Show-, Bolt sviluppa un’inquietante eclissi d’identità, che ricorda quella patita da Buzz Lightyear, in Toy Story. Per poi lanciare una durissima critica al business televisivo e ai manager degli attori, dominati -nel film- da un materialismo utilitarista e disumano, privo di scrupoli.

Comunque, oltre a questa lucida protesta, Bolt offre un’emotiva apologia dell'amicizia, della lealtà, del coraggio, della responsabilità sociale, del lavoro ben fatto, della capacità di sacrificio, che rapisce lo spettatore dall’inizio alla fine. Oltre ad essere davvero ben scritto, il film è realizzato con un’animazione in 3D ad altissima qualità, impressionante nel ritmo e nella ricchezza gestuale. Meritano un encomio anche i suggestivi sfondi in 3D e 2D, nonché la sensazionale colonna sonora di John Powell, corredata da varie ballate country, e veramente degna di un Oscar. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)