Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero

18/12/2010. Regista: Michael Apted. Sceneggiatura: Christopher Markus, Stephen McFeely e Michael Petroni. Interpreti: Georgie Henley, Skandar Keynes, Ben Barnes, Will Poulter, Peter Dinklarge. 115 min. Gran Bretagna. 2010. Tutti.

Mentre continua ad infuriare la seconda guerra mondiale, Edmund e Lucy Pevensie vengono trasportati a Narnia, questa volta insieme all'insopportabile cugino Eustace, che disprezza le fiabe. Una volta nel magico regno, si ritrovano con l'ex Principe Caspian, nel frattempo diventato re. E tutti intraprendono la ricerca delle sette spade dei cavalieri espulsi dall'usurpatore Miraz. Attraverseranno mari inesplorati a bordo del veliero Viaggiatore dell’Alba trovando, nella loro odissea: mercanti di schiavi, sirene, nani, isole incantate, draghi, serpenti di mare e il mitico leone Aslan, che aiuta gli eroici ragazzi nelle loro prove.



Il viaggio del Veliero è il quinto volume di Le Cronache di Narnia, uno dei sette romanzi per giovani che C.S. Lewis pubblicò tra il 1950 e il 1956. Sono state già realizzate sofisticate versioni cinematografiche tratte dal secondo libro, Il leone, la strega e l'armadio, e dal quarto, Il principe Caspian. Questo adattamento è stato prodotto di nuovo dalla Walden Media, ma questa volta associata alla Fox, dopo la rinuncia di Disney.

La natura allegorica che Lewis ha dato alla saga appare ancor più in questo film, che affronta con coraggio la vocazione di ogni personaggio e le tentazioni che devono superare per realizzarla. Sempre con la fede, quale principale arma soprannaturale, e con le virtù umane come contrappeso ai sette peccati capitali, esaminati in modo approfondito durante il film. Così, senza rinunciare all'avventura e alla fantasy, si recupera il tono -più mistico che epico- del primo film della serie, soprattutto nel coinvolgente epilogo.

Questo prezioso approccio è sviluppato con forza dal veterano regista inglese Michael Apted (Amazing Grace), che dosa molto bene luci abbaglianti ed ombre inquietanti, nella naturalistica messa in scena, rafforzata dagli splendidi effetti del 3D stereoscopico. Per questo, può contare su di un eccellente lavoro di ambientazione, sulla fotografia ricca di contrasti di Dante Spinotti e sulla suggestiva partitura di David Arnold. Da parte loro, gli attori sanno estrarre -dai rispettivi personaggi- tutte le ricche sfumature drammatiche, soprattutto il giovanissimo Will Poulter, che riesce ad ottenere una superba caratterizzazione del cugino Eustace, principale contrappunto comico del film. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Harry Potter e i doni della morte - parte I

18/12/2010. Regista: David Yates. Sceneggiatura: Steve Kloves. Interpreti: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter. 148 min. USA, Gran Bretagna. 2010. Giovani.

La storia di Harry Potter e della sua lotta contro Voldemort ha subito un mutamento di tonalità, a partire dall'episodio dell’Ordine della Fenice: quel film si allontana dalla famosa scuola di magia e si concentra sulla maturazione degli adolescenti. ll male cresce e il mondo diventa più sinistro. La morte, con tutto ciò che implica, irrompe con forza. David Yates, che in quell'occasione era passato a dirigere gli adattamenti cinematografici, al primo tentativo aveva deluso il pubblico dei fans di Harry Potter, esperti del libro. Nel successivo film della saga era già riuscito a migliorare, ma qui si è superato, anche se credo che non sia solo merito suo.



Dopo la morte di Silente, Harry Potter rimane solo ad affrontare Voldemort. Harry deve trovare gli Horcrux, oggetti magici che contengono pezzi di anima di Voldemort, e distruggerli. Harry conterà, come sempre, sull'aiuto di Ron e di Hermione, e di alcune indicazioni lasciate nel testamento da Silente; ma alla fine si troveranno soli contro tutti, riuscendo però a mantenere la speranza, propria di quanti non hanno ancora ceduto al fascino perverso del lato oscuro.

La storia è più noir che mai: comincia come un racconto del terrore, tenendosi distante dalle ingenue fantasie delle prime avventure e seguendo il percorso dell’eroe. Sono in tre ad intraprendere quel cammino iniziatico, seguendo da vicino la narrazione del libro: dettaglio non banale, che fa tributare la gratitudine dei lettori a regista e sceneggiatore. Questa volta non rimarranno delusi, tranne forse i non iniziati. Questi ultimi vedranno troppi personaggi, troppe avventure, cui si contrappongono scarse spiegazioni.

David Yates gira sapientemente, tenendosi alla larga dalla famosa scuola di Hogwarts. Cura la messa in scena, le scenografie, e dirige tutto un vivaio di attori secondari, capaci di conferire un incanto davvero realistico al penultimo episodio della serie. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: ---- (ACEPRENSA)

Megamind

18/12/2010. Regista: Tom McGrath. Sceneggiatura: Alan J. Schoolcraft, Brent Simons. Animazione. 96 min. USA. 2010. Tutti-giovani

Megamind è nato in un pianeta lontano, distrutto da cause naturali. I genitori lo hanno inserito in un razzo ed inviato sulla Terra. Fin qui ci troviamo su un terreno familiare: è la storia di Superman. Ma durante il viaggio verso la Terra eco che incontra un altro bambino, anche lui posto in salvo su di un razzo. Megamind atterra in un carcere e viene educato da rozzi detenuti; l'altro bambino cadrà in una villa, dove sarà bene educato, diventando Metro Man, l'eroe bello di Metro City. L’intera vita di Megamind sarà una lotta contro Metro Man, che vince sempre. Ma un giorno ...



Il nuovo film della DreamWorks Animation, se tiene alto il marchio di produzione, e infatti risulta ben fatto, tuttavia dà ancora una volta l'impressione di collage di spunti tratti da film già noti, come Superman e Cattivissimo me, dei quali riproduce l'approccio, senza dimenticare alcune specifiche allusioni a Gli Incredibili.

Megamind manca di originalità. E anche di grazia. Cattivissimo me suppliva alla scarsità del testo con battute divertenti e personaggi accattivanti. Invece, la parte centrale di Megamind è una storia seria, che fonda la propria attrattiva su dialoghi brillanti, fuori portata però proprio da quei bambini che invece dovrebbero costituire il target del film. Credo che risulterà deludente e noioso per i più piccini; piacerà di più a partire dei dieci anni, senza mai arrivare ad incantare.

Visivamente è corretto, con una brillante applicazione del 3D. Risulta ben realizzato e dimostra che questo sistema ha un futuro più promettente per l'animazione che non per i film con attori. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti-giovani. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Precious

18/12/2010. Regista: Lee Daniels. Sceneggiatura: Geoffrey Fletcher. Interpreti: Gabourey Sidibe, Mo’Nique, Paula Patton, Mariah Carey, Lenny Kravitz. 110 min. USA. 2009. Adulti. (VXD)

Premiata a Cannes, Sundance, San Sebastian, Toronto e altri festival, Precious ha ricevuto anche due Oscar, uno alla miglior attrice non protagonista, Mo'Nique, e l'altro per la miglior sceneggiatura non originale. Il film, tratto dal romanzo Push di Sapphire, è diretto dall'afroamericano di Pennsylvania Lee Daniels, che con Precious realizza il suo secondo lavoro, dopo Shadowboxer (1995). Interpretato da Gabourey Sidibe, si avvale di un cast che annovera anche la cantante Mariah Carey.



Il film racconta la vita di Claireece Precious Jones, ragazza di 16 anni, con obesità patologica e dalla vita famigliare infernale. Violentata sistematicamente dal padre e aggredita dalla madre, unica sua motivazione è lo studio. Avvertiti i servizi sociali della sua seconda gravidanza incestuosa, le viene proposto di frequentare un centro di formazione personalizzata per studenti a rischio di esclusione sociale. Qui incontra Miss Rain, che si fa coinvolgere pienamente pur di estrarre Precious fuori dall'abisso in cui vive.

Precious è un film dalle eccellenti trovate, ma resta un po' a metà. Quindi, un po’ deludente. La cosa migliore è che dimostra che è possibile andare avanti, anche nelle circostanze più dure, se qualcuno ti abbraccia e crede in te incondizionatamente. È anche molto positiva la religiosità naturale che rispecchia il film, così profondamente radicata nella cultura afroamericana, basata su frasi del tipo: "tutto è un dono", "Dio fa nuovo ogni giorno", "ogni giorno spero che accadrà qualcosa”…

Ma la soluzione finale che il film riserva alla protagonista non appare convincente, così che la proposta iniziale naufraga nel sempre sgradevole mare del politicamente corretto. In tal senso, la sotto-trama lesbica appare un'artificiosa allusione all’ideologia di genere. Inoltre, anche se il film è girato con forza, la narrazione è confusa e irregolare. Va notato poi, che la pellicola contiene momenti molto duri e sordidi. In breve, avrebbe potuto essere il film dell'anno, ma rimane solo un promettente esercizio stilistico. Juan Orellana. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)