Hancock

13/9/2008. Regista: Peter Berg. Sceneggiatura: Vincent Ngo, Vince Gilligan. Interpreti: Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman, Eddie Marsan, Jae Head, David Mattey. 92 m. USA 2008. Giovani. (VD)

Dopo il suo esordio come regista nel 1998 con la demenziale commedia macabra Cose molto cattive (Very Bad Things), l’attore Peter Berg consolidò la sua carriera dietro la cinepresa con la commedia di avventure Il tesoro dell’Amazzonia, il dramma sportivo Friday Night Lights e il film bellico di azione The kingdom. Adesso si è guadagnato il grande pubblico con Hancock, una commedia di azione, che sviluppa con simpatia situazioni stimolanti già abbozzate nel Unbreakable –Il predestinato –per quanto riguarda alla vocazione eroica dei supereroi- e ne Gli Incredibili, soprattutto quando si rappresentano le difficoltà d’integrazione degli esseri con superpoteri tra la gente normale.


Qui il supereroe protagonista, Hancock, è messo in questione da quasi tutti. Solitario, cupo e alcolizzato, veste come un mendicante, dorme spesso per strada e provoca ogni tipo di danni quando impiega contro il crimine la sua forza titanica, il suo volo supersonico e la sua resistenza alle pallottole. Un incontro fortuito con un pubblicista sembra provvidenziale. Ma le cose non saranno facili per nessuno dei due.

Né la sceneggiatura né la messa in scena apportano grande novità al genere, e rischiano anche molto dato che non presentano un antagonista potente. Ogni modo, dosano con agilità la commedia, il dramma e lo spettacolo, quest’ultimo risolto con degli impressionanti effetti visivi. E soprattutto, permettono che faccia bella figura Will Smith, che si trova a pieno agio nella pelle di Hancock, un personaggio al quale costa compiere la sua missione in questo mondo e che costantemente si dibatte tra il desiderio e il dovere. Gli altri attori sono alla altezza della situazione, ne viene fuori una commedia succosa e divertente, con qualche momento un po’ più pesante, ma per il resto adatta da godersi in famiglia. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, D (ACEPRENSA)

Il cavaliere oscuro

13/9/2008. Regista: Christopher Nolan. Sceneggiatura: Jonathan Nolan e Christopher Nolan, da un soggetto di Christopher Nolan e David S. Goyer sui personaggi creati da Bob Kane. Interpreti: Christian Bale, Michael Caine, Heath Ledger, Gary Oldman, Aaron Eckhart, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman. 152 m. USA. 2008. Giovani-adulti. (V)

Batman, il personaggio creato da Bob Kane nel 1939, deve gratitudine eterna a Chris Nolan. In Batman Begins, il regista di Memento riscattò il supereroe che, dopo due film fatte da Tim Burton (tanto discutibili quanto personali), era caduto nelle mani di Joel Schumacher, un buon artigiano con scarsa creatività che finì per chiedere scusa per il secondo dei suoi film (Batman&Robin). Schumacher aveva scelto Gorge Clooney e Vil Kilmer per incarnare l’uomo pipistrello: solo un esempio del tortuoso percorso che aveva preso la serie.

Nel 2005, Nolan si decise a risuscitare l’eroe raccontando la storia dal inizio. Inoltre mise a capo di un cast di lusso (Morgan Freeman, Michael Caine e Gary Oldman) Cristian Bale, un attore di un grande fascino e dalla fama di ossessivo e perfezionista nella preparazioni dei suoi personaggi. Il film ha avuto buone critiche e degli incassi più che dignitosi. Ne Il cavaliere oscuro, Nolan continua nella linea di Batman Begins, privilegiando la sceneggiatura e la costruzione dei personaggi rispetto all’azione (anche se l’azione c’è, e molto buona). In questo episodio, Batman dovrà lottare contro un repellente criminale, il Joker (ormai non c’è niente da aggiungere sulla magnifica interpretazione del defunto Heath Ledger), che non soltanto metterà in difficoltà la città di Gotham ma che obbligherà l’uomo pipistrello ad affrontrare i suoi e se stesso.

Non bisogna dimenticare che, dentro l’universo dei supereroi, Batman è un caso particolare: i suoi poteri non sono soprannaturali ma provengono dall’intelligenza e dalla tecnica. Questa è una delle ragione per le quali si addice al fumetto il tono oscuro e scettico che Nolan imprime al suo film. Il dilemma tra sicurezza e libertà, i dubbi su l’impegno affettivo dell’eroe o le complesse conseguenze del male in una società che preferisce vivere felice ma ingannata, sono alcuni dei temi che abborda questo film, che in certo modo rinnova i vecchi schemi del genere. Tanto per la costruzione della sceneggiatura come per il montaggio e le convincenti interpretazioni del cast (l’unico che recita è il Joker, gli altri semplicemente vivono la storia), Il cavaliere oscuro si colloca molto al di sopra di film simili (eppure ce ne sono di molto buoni). Sono alcune delle ragioni per cui il film ha superato ogni tipo di aspettativa, e oltre aver conquistato la critica, ha guadagnato più di 400 milioni di dollari soltanto negli USA. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti Contenuti: V (ACEPRENSA)

Redbelt

13/9/2008. Regista: David Mamet. Sceneggiatura: David Mamet. Interpreti: Chiwetel Ejiofor, Alice Braga, Emily Mortimer, Tim Allen, Joe Mantenga, Rebecca Pidgeon. 99 m. USA. 2008. Giovani-adulti. (V)

Mike Terry è il proprietario e unico professore di jiu-jitsu in una povera palestra. Ha pochi alunni, la maggioranza poliziotti e guardie del corpo, ai quali inculca il senso dell’onore insegnatoli dal suo maestro. Riesce a mala pena ad arrivare a fine mese, e sua moglie vorrebbe che fosse più pratico, ma lui si oppone a prendere iniziative contro il suo peculiare codice d’onore. L’azione è complicata: quando il film inizia compaino un poliziotto, una avvocatessa squilibrata, una stella del cinema di azione e il suo manager, e un promotore di combattimenti per la pay-tv; e tutti cospirano, attraverso inganni e tradimenti, perché Mike partecipi ad un combattimento.


Redbelt è di David Mamet (La casa di giochi, Le cose cambiano, Il caso Winslow, Hollywood, Vermont), e questo dovrebbe dare un’idea approssimativa del film, sia per la forma sia per gli aspetti di fondo; ha tutti gli elementi dei suoi migliori film, e se non arriva al livello delle sue grande opere, ha la forza e la qualità sufficienti per interessare e intrattenere il pubblico. Quali sono questi elementi? Prima di tutto, una sceneggiatura agile, dove succedono cose in continuazione, incentrata su un’idea attrattiva e profonda. I dialoghi sono eccellenti. Mamet conta anche su un superbo cast di attori, quasi tutti abituali nei suoi film, capaci di dare vita e rendere credibile qualsiasi situazione. Dirige molto bene, anche un’opera minore come questa; ed ha un particolare stile per giocare con gli inganni e rigirare la situazione più complicata. Nel caso di Redbelt bisogna sottolineare la concisione: Mamet maneggia con precisione le grandi linee della trama ed elimina senza pietà tutto quello che considera superfluo; questo esige un particolare sforzo di attenzione da parte dello spettatore.

Redbelt, più che un film di arti marziali, è un dramma sulla felicità e i valori. Denuncia l’ambizione e molto in particolare la corruzione che c’è nel mondo dello spettacolo. Mike Terry, brillante Chiwetel Ejiofor, è un personaggio don chisciottesco, disposto ad affrontare da solo un mondo corrotto. Mamet gli fa ripetere continuamente: “non c’è situazione senza uscita”, ed è coerente con questa idea fino alla fine, necessariamente felice. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Hellboy - The Golden Army

13/9/08. Regista: Guillermo del Toro. Sceneggiatura: Guillermo del Toro. Interpreti: Ron Perlman, Selma Blair, Doug Jones, James Dodd, John Alexander, Luke Goss, John Hurt, Jeffrey Tambor. 120 m. USA. 2008. Giovani. (V)

Qualche volta anche le seconde puntate sono buone. Hellboy-The Golden Army è uno di questi casi. Guillermo del Toro non ha perso il polso rispetto al primo film; al contrario: è maturato, conta sul fatto che il suo pubblico abbia visto la prima parte di questa saga, e così entra in materia senza dover presentare i suoi personaggi, e ha l’immaginazione scatenata.


La seconda parte delle avventure del personaggio dei fumetti inventato da Mike Mignola non si basa su nessuno degli album del diavolo rosso che lotta per il bene, ma tratta di una storia originale concepita a metà tra Guillermo del Toro e Mignola stesso. Il contributo di Del Toro apporta humour, umanità, barocchismo, e –grazie al suo intervento nel progetto di The Hobbit –un tocco mitologico che ricorda il mondo di Tolkien.

Del Toro umanizza i suoi personaggi trasformando i mostri in esseri vulnerabili che hanno gli stessi problemi nostri. Abe s’innamora e si azzarda a sognare che questo amore possa essere corrisposto; Hellboy e Liz discutono come qualsiasi coppia; tutti loro hanno desideri di piacere e di essere apprezzati dagli uomini, che hanno bisogno di loro ma li temono. Se ci fosse qualche dubbio sulle intenzioni del regista, per televisione si possono vedere alcune scene de La moglie di Frankenstein.

Quanto a humour, oltre gli affari domestici, bisogna sottolineare una divertente questione di primato: gli sceneggiatori hanno inventato un personaggio chiamato Johann Krauss, uno strano teutone, con la testa piena di regolamenti e di fumo, che ha un rapporto gerarchico problematico con Hellboy e la sua squadra.

Il lavoro della squadra di Del Toro è molto buono, e il film visivamente molto attraente. Oltre le fantasie barocche proprie del regista messicano (ricordano Il labirinto del fauno) si possono riconoscere elementi visti in Star Wars e in Men in Black. Tutto al servizio di una storia dove ci sono battaglie nelle strade, battaglie nelle cloache, e anche nella città persa dove dorme l’esercito dorato.

Malgrado la storia sia soltanto un aneddoto semplicistico di un personaggio dei fumetti, l’intervento degli elfi, il loro onore e il loro impegno per salvare la terra apportano un certo clima epico di grandezza. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Decameron Pie

13/9/08. Regista: David Leland. Sceneggiatura: David Leland. Interpreti: Hayden Christensen, Mischa Barton, Tim Roth, Craig Parkinson, Rosalind Halstead. 97 m. Italia, USA. 2007. Adulti. (VXD)

Questo film non merita di essere recensito, ma conviene farlo per evitare che qualcuno sia ingannato. Si tratta di una versione trasportata al Medioevo della saga American Pie, cioè una commedia stupida ed erotica per adolescenti. Con l’aggravante che il copione è peggio dell’originale nordamericano, è più carica di erotismo, e ha qualche buon attore, il che però ci fa ancor più dispiacere! Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)