Mona Lisa Smile


19/06/2004. Regista: Mike Newell. Sceneggiatura: Lawrence Kooner, Mark Rosenthal. Interpreti: Julia Roberts, Kirsten Dunst, Julia Stiles, Maggie Gyllenhaal. 117 min. USA. 2003. Adulti.

Nel 1953, una professoressa di storia dell’arte arriva al Wellesley College, prestigiosa università privata vicino a Boston, esclusivamente per donne, fondata nel 1875, e specializzata in scienze umanistiche. Julia Roberts ritorna al cinema in una versione femminile e piena di topici del L’attimo fuggente. Il veterano Mike Newell (Quattro matrimoni e un funerale), regista britannico che ha lavorato soprattutto per la tv, si è ritrovato tra le mani una trama mediocre, poco curata e conclusa peggio.

Il sorriso di Monna Lisa, nonostante la presenza di splendide attrici e di un allestimento scenico molto curato, è un flop clamoroso, perché il rozzo copione di Rosenthal e Konner (Il pianeta delle scimmie –remake di Burton-, Mercury Rising, Il gioiello del Nilo) propenso a facile manicheismo, inconsistente e mal congegnato, appare inadatto ad articolare l’intensità delle storie personali che si intrecciano: la professoressa in crisi esistenziale che affronta un muro di puritanesimo repressivo; l’allieva che si lega sentimentalmente al professore; la prima della classe che pensa solo al prestigio sociale; la ragazza innamorata pronta a rinunciare alla carriera universitaria, per diventare donna di casa; la professoressa lesbica ricattata; il professore seduttore.

Valutare il passato con categorie attuali è un diffuso vezzo cinematografico che può irritare chi, più o meno, conosce l’argomento. Non risulta convincente, né risponde a giustizia, il profilo di un’istituzione dove insegnò Nabokov e dove si sono formate molte donne artefici di rilevanti carriere, come la già segretario di Stato Madeleine Albright, la regista Nora Ephron o la senatrice Hillary Clinton. Anche se qualcuno stenta a capirlo, negli anni Cinquanta molte donne non consideravano il matrimonio e la famiglia come una prigione. Cosa ben diversa è quello che oggi pensano le donne universitarie sulle loro priorità decisionali , nel conciliare vita professionale e vita famigliare. Non giova comunque a nessuno servirsi di un film d’epoca, per ammannire una congerie di luoghi comuni. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: adulti. Contenuti specifici: S+, D, F. Qualità: ** (MUNDO CRISTIANO)

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