Up

24/10/2009. Regista: Bob Peterson, Pete Docter. Sceneggiatura: Pete Docter, Bob Peterson, Thomas McCarthy. Animazione. 96 min. USA. 2009. Tutti.

Da quando è rimasto vedovo, l’anziano Carl Fredericksen sopporta con maggior difficoltà gli acciacchi dell'età. Molto innamorato dalla defunta moglie Ellie, gli duole di non aver adempiuto il comune sogno d’infanzia: un viaggio pieno d'avventure. Adesso, questo sogno sembra ormai tramontato. Per di più, la bella casetta che era il loro focolare, è adesso un isolotto circondato da gru, che innalzano imponenti grattacieli. Quando, per ordine del giudice, Carl sta per essere internato in un ospizio per anziani, ecco che organizza un piano incredibile: con una nuvola di palloncini sradica la propria casa dalle fondamenta di cemento e intraprende un volo verso il Sudamerica. Non sa però, che a bordo c'è un clandestino: Russell, un ragazzino boy-scout.




La chiave di questo gioiello di cartone animato della Pixar è data dalla qualità della storia e dal senso artistico dell’animazione. Ai due veterani della Pixar, Pete Docter e Bob Peterson, si aggiunge un terzo protagonista a sorpresa: l’attore e regista Thomas McCarthy (The Station Agent, L’ospite inatteso). Il risultato è un film autentico e profondo, che dà vita alla prima storia d’amore significativa, per i film della Pixar. C’era amore tra i robot, tra le auto di Cars, o tra lo sguattero e la cuoca di Ratatouille, ma niente di paragonabile all’amore di Carl ed Ellie. Come viene raccontata, quasi senza parole, la loro vita in comune, il dolore di non aver potuto avere figli, la felicità nelle situazioni ordinarie e l’eco nel situare lo spettatore nella vicenda… tutto risulta commovente, a sostegno dell’idea che non c’è niente di paragonabile alle avventure della vita quotidiana, spesso più preziose di quelle di solito definite: “straordinarie”. Inoltre, c’è il rapporto tra Carl e Russell, capace di arricchire entrambi, perché il primo trova quel figlio che mai aveva potuto avere, mentre l’altro vede estinguersi il vuoto affettivo lasciato dal padre divorziato.

Inoltre, c’è molto senso dello humour, un ritmo di azione coinvolgente ed emozioni senza limiti, tutto favorito dalla casa volante e da un dirigibile, chiara allusione al film di Hayao Miyazaki: Il castello errante di Howl. Anche l’originale disegno dei personaggi -dalla testa grande-, ricorda alcuni personaggi creati dal regista giapponese. La sapiente combinazione di vari elementi orienta il film a soddisfare ogni genere di pubblico: bambini, giovani in cerca di emozioni forti, nonni, genitori. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Bastardi senza gloria

24/10/2009. Regista: Quentin Tarantino. Sceneggiatura: Quentin Tarantino. Interpreti: Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Michael Fassbender, Daniel Brühl. 153 min. USA. 2009. Adulti. (VXD)

Con un cocktail di cinefilia, dialoghi scintillanti, violenza brutale e humour macabro, a Quentin Tarantino è riuscito a girare un film capolavoro, -Pulp Fiction-, ed anche alcune scene memorabili in Le iene – Cani da rapina, Jackie Brown, la saga Kill Bill… Il cineasta di Tennessee ha clamorosamente fallito soltanto in A prova di morte, sanguinoso festival di squartamenti e scemenze assortite. Eccolo ora riprendere il suo standard con Bastardi senza gloria, squilibrata ma divertente commedia bellica dagli echi classici, sulla scorta di film come Quella sporca dozzina (Robert Aldrich, 1967) o I guerrieri (Brian G. Hutton, 1970).




A partire dalla splendida sequenza iniziale -tributo ai western-spaghetti di Leone e Castellari-, il copione e la cinepresa rimangono catturati dal ruolo del “cattivo”: il colonnello Hans Landa, nazista intelligente e machiavellico, chiamato “l’ammazza-ebrei” nella Francia occupata: ci troviamo nel 1940. Mentre Landa ne massacra la famiglia, la giovane Shosanna Dreyfus -sfuggita per il rotto della cuffia- si stabilisce a Parigi, dove dirige una vecchia sala da cinema. La vendetta unirà i destini della giovane e del commando di ebrei statunitensi, specializzata nell'eliminare nazisti, senza pietà.

Di nuovo, Tarantino calca la mano in una rapida sequenza erotica e in alcune brutalità, che obbliga il normale spettatore a distogliere lo sguardo dallo schermo. Ma si tratta di sequenze istantanee, rese più soft da un grottesco senso dello humour. D’altra parte il film, piuttosto leggero e superficiale, perde continuità per il carattere episodico della sceneggiatura e il dilungarsi di alcune scene poco significative, che Tarantino avrebbe dovuto tagliare nel montaggio.

Ma al di là dei difetti fin qui denunciati, s’impone il sensazionale lavoro di tutti gli attori, specialmente di un divertente Brad Pitt e dell'austriaco Christoph Waltz, giustamente premiato al Festival di Cannes 2009. Questa potenza di recitazione degli attori si apprezza specialmente in alcune sequenze memorabili, dove Tarantino si conferma maestro del suspense, della commedia e della messa in scena. Sotto questi aspetti, confeziona un prodotto di alta qualità, con misurata combinazione di pianificazione e montaggio. Una vera rarità, tra i registi della sua generazione. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

Basta che funzioni

24/10/2009. Regista: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Ed Begley Jr., Patricia Clarkson, Larry David, Conleth Hill, Michael McKean, Evan Rachel Wood. 92 min. USA. 2009. Adulti. (D)

Boris, un tipo già un po' avanti negli anni, professore di fisica in pensione, a suo tempo potenziale premio Nobel, divorziato, suicida mancato, è dotato di incredibile loquela nell'esprimere la propria visione disincantata della vita. Per lui, la stragrande maggioranza degli esseri umani sono semplici vermi, molto al disotto del proprio livello. Una notte aiuta Melodie, una ragazzina del Sud degli Stati Uniti, fuggita dalla famiglia tradizionalista ed arrivata a New York. La ragazza si stabilisce in casa di lui, anche se Boris -sulle prime- la guarda dall’alto in basso, la trova poco carina e non troppo intelligente. Ma durante la convivenza, nasce una storia sentimentale tra loro che cresce fino ad arrivare ad un legame sempre più stabile e serio. Un giorno, inaspettatamente, irrompe nel loro ménage la madre di lei.




Il Woody Allen di sempre. Buon narratore di storie, abile in alcuni trovate -il protagonista che parla davanti alla cinepresa in alcuni momenti, sia all’inizio che nel finale-, divertente… ma anche cinico e senza speranza, fluttuante tra l’amore e il disamore, la felicità e l’infelicità, il senso della vita e la religione. Se qualcosa cambia nello sguardo di Allen è l'incipiente vecchiaia del protagonista: Boris, interpretato da Larry David, comico affermatosi a partire da Sitcom Seinfeld, che qui diventa l’alter ego di Woody Allen, con innegabili parallelismi autobiografici.

Uno psicoanalista potrebbe parlare di narcisismo e di tentativi di alibi, da parte di Allen, per giustificare la propria condotta reale, al momento di fare un bilancio nell'autunno della propria vita. E cerca di trarsi d'impaccio con la massima da cui trae il titolo il film e che il protagonista ripete in continuazione: “basta che funzioni”… Altrimenti detto: qualsiasi decisione si prenda in questa vita può definirsi corretta, nella misura in cui consenta di raggiungere una certa tranquillità, pace, equilibrio… anche se niente garantisce che i rapporti o gli impegni nati da tale decisione dureranno in eterno. Perciò Allen si diverte a rigirare le vite dei diversi protagonisti del film, per prendere in giro il razionalismo di Boris, sfociando infine nell'irrazionalità del mero caso.

Comunque sia, è significativo che -pur di rompere gli schemi- il suo “basta che funzioni” sembra adattarsi anche ad un rapporto omosessuale e ad un ménage-a-trois, negandone peraltro l'applicabilità al cristianesimo conservatore dei personaggi originari del Sud degli States, che Allen mette in ridicolo, dipingendoli come gente arretrata, ferma ad uno stadio mentale infantile e frustrante. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: D (ACEPRENSA)

G-Force: superspie in missione

24/10/2009. Regista: Hoyt Yeatman. Sceneggiatura: Cormac Wibberley, Marianne Wibberley, Ted Elliott, Terry Rossio, Tim Firth. 88 min. USA. 2009. Tutti.

G-Force rappresenta una simpatica parodia dei film d'azione, che racconta la storia della singolare squadra di agenti segreti, composta da tre porcellini d’India e una talpa. L’azione inizia quando il celebrato FBI è in procinto di sopprimere questa unità speciale; e proprio nel momento in cui i suoi componenti sono gli unici a sapere che c’è un piano diabolico per distruggere il mondo.



Non è il miglior film di Disney, né la miglior produzione di Bruckheimer. Si tratta solo di una farsa, amabile e familiare, destinata ai bambini. La trama s’ispira e allude ad altre note pellicole, come Alvin, Bolt o Transformers; vanta vari effetti speciali e moltissima azione, che non deluderanno certo i più piccini, ed include l’abituale messaggio di cameratismo, di slancio nel superare i propri limiti, e di fiducia in se stessi.

A parziale riscatto della scarsa originalità, risulta molto accurata la rifinitura tecnica ed il fatto che il film sia stato girato in 3D, con molti inseguimenti, voli, colpi di scena e capitomboli. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti (ACEPRENSA)