Van Helsing

19/05/2004. Regista: Stephen Sommers. Sceneggiatura: Stephen Sommers. Interpreti: Hugh Jackman, Kate Beckinsale, Richard Roxburg, Will Kemp, Shuler Hensley. 142 min. USA 2004. Giovani.

A Hollywood basta trionfare negli incassi, per poter far ciò che si vuole. Lo sa molto bene Stephen Sommers che, dopo aver dato saggio della sua abilità in film come Le avventure di Huckleberry Finn, Il libro della giungla e Presenze dal profondo (Deep Rising), ha avuto poi un successo travolgente in tutto il mondo con La Mummia e Il ritorno della mummia, simpatiche superproduzioni che hanno rinnovato il genere classico del film d’avventura. Con questi due ultimi successi, dopo aver ricevuto 150 milioni di dollari e una squadra tecnica di prim’ordine, ha potuto ora scrivere e dirigere Van Helsing, spettacolare e fantastica avventura, in cui Sommers risuscita quasi tutti i mostri della Universal. Il risultato è un prodotto divertente, anche se non del tutto omogeneo.

Il protagonista, Van Helsing, è l’audace cacciatore di vampiri creato da Bram Stoker nel romanzo Dracula. Qui appare nelle vesti di un supereroe del secolo XIX, al servizio di una specie di ordine segreto, con sede negli scantinati del Vaticano, diretto da un cardinale cattolico, cui appartengono però fedeli di tutte le religioni. La missione di questo ordine è sradicare il male dal mondo e, specialmente, distruggere le numerose creature diaboliche che seminano il terrore dall’immemorabile. Van Helsing è il miglior agente dell’ordine, da secoli schierato contro il male e con permesso di uccidere, come James Bond, con cui condivide pure la passione per le più sofisticate armi. Inoltre, non ha rimorsi, grazie ad una provvidenziale amnesia selettiva. Dopo aver ridotto all’impotenza a Parigi il brutale Mr. Hyde, Van Helsing si reca in Transilvania, in compagnia del suo collaboratore Carl, il fifone monaco-scienziato che gli ha progettato le armi di ultima generazione. Dovrà tener a bada il conte Dracula e le tre sue fidanzate che, dopo essersi associate con il Dr. Frankestein ed essersene disfatte, cercano di scoprire ora un metodo scientifico per dare vita alla loro folta e vampiresca discendenza. Se non bastasse, Dracula conta su di un esercito di feroci licantropi, mentre Van Helsing e Carl ricevono aiuto da una coraggiosa principessa di origine zingara e dai terrorizzati sudditi di questa.

Se si analizza il film in modo rigoroso, gli si può addebitare la scarsa profondità drammatica e lo smodato ricorso ad effetti tecnici ed illusionistici che lo avvicinano pericolosamente ad un altro film, La leggenda degli uomini straordinari. Può anche infastidire il superficiale sinecismo religioso –che sembra livellare in basso, pariteticamente, tutte le religioni-, ammettendo la violenza come legittima risorsa. Per non parlare poi dei sensuali ammiccamenti del protagonista con le fidanzate di Dracula, o dello stupido accenno alle debolezze erotiche del monaco Carl. Per fortuna, Sommers non indugia troppo su questi elementi volgari, ma li inquadra nelle coordinate classiche dei genere avventuroso e horror, attenuandoli con un ricorrente humour. Per il resto, il film risulta divertente, molto spettacolare ed interpretato con convinzione. Spicca specialmente l’alta qualità della fotografia di Allen Daviau, la musica di Alan Silvestri e soprattutto l’ambientazione -l’aspetto migliore del film- insieme ai costumi di Gabriella Pescucci.

Jeronimo Jose Martín. ACEPRENSA.

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