Un matrimonio all'inglese

17/1/09. Regista: Stephan Elliott. Sceneggiatura: Stephan Elliott, Sheridan Jobbins. Interpreti: Jessica Biel, Kristin Scott Thomas, Colin Firth, Ben Barnes, Kris Marshall. 97 min. Gran Bretagna. 2008. Adulti. (S)

Un giovane aristocratico inglese s’innamora pazzamente di una ragazza nordamericana pilota di corse automobilistiche, e la sposa subito. Quando gli sposi novelli arrivano alla villa di famiglia in campagna, la mamma di lui sente una immediata avversione per la nuora. L’enigmatico papà è un tipo che ne ha visti di tutti i colori.

Libero adattamento della pièce teatrale di Nöel Coward, andata in scena per la prima volta nel 1925, e portata al grande schermo da Hitchcock tre anni dopo.

“Non volevamo –dice il regista- fare un film d’epoca, bensì un film moderno per un pubblico moderno, perciò abbiamo tentato di dargli una voce contemporanea. È difficile arrivare a una mediazione, perché, di fatto, quando gli attori sono arrivati, hanno iniziato a fare un Coward teatrale, tanto che ho dovuto dire loro che mi dovevano parlare come se non stessero recitando, come se stessimo parlando per strada, e così finalmente abbiamo trovato un tono che ci piaceva. Siamo impazziti anche con la colonna sonora, e abbiamo utilizzato effetti speciali straordinari che non compaiono nei film di epoca”.

Questa dichiarazione d’intenti di Stephan Elliot spiega gli evidenti e numerosi problemi di un film che non trova il tono giusto e che soffre le conseguenze dei capricci –della mancanza di cultura- di uno di quei registi che prima de trasformare le opere di altri potrebbe scrivere una scenoggiatura originale e farci sentire la qualità della propria voce.

Può sembrare che io sia indignato per Coward. Niente affatto. Il lavoro di Coward è una pièce di un inesperto giovanotto poco più che ventenne, che non si avvicina all’abbagliante talento di Oscar Wilde nè all’invidiabile mestiere di George Bernard Shaw. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: S (ACEPRENSA)

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