Il giardino dei limoni

17/1/09. Regista: Eran Riklis. Sceneggiatura: Suha Arraf, Eran Riklis. Interpreti: Hiam Abbass, Ali Suliman, Doron Tavory, Rona Lipaz, Tarik Copti. 106 min. Israele, Germania, Francia. 2008. Giovani

Salma, una vedova palestinese di 45 anni, è proprietaria di un campo con alberi di limoni, ereditato da suo padre. Quando il ministro della Difesa israeliano costruisce una casa che confina con la proprietà di Salma, i servizi segreti consigliano di abbattere gli alberi perché sono pericolosi per la sicurezza del ministro e della sua famiglia.



Eran Riklis è un veterano del cinema israeliano, e il suo precedente film, La sposa siriana, ha avuto una buona accoglienza nei festival del cinema. Con l’aiuto di una sceneggiatrice palestinese (la giornalista e documentarista Suha Arraf) ha ottenuto una storia solida su “persone che si scontrano per cose che si potrebbero risolvere molto facilmente se fossero state capaci di ascoltare”. E di qualità speciale l’indovinata fotografia dello svizzero Rainer Kausmann (La caduta, Invasion), che si ricrea nella magnifica attrice protagonista, Hiam Abbass (Nazareth, 1960) in un film ben fatto, ameno, emotivo e teso.

Il giardino dei limoni è interessante e valido, ma lo sarebbe molto di più se Riklis e Arraf avessero saputo fare a meno di alcuni ingredienti (la love story tra la vedova e l’avvocato, la situazione del matrimonio del ministro, gli aspetti caricaturisti di alcuni personaggi secondari e delle corrispondenti situazioni) che tolgono forza a un film che in alcuni momenti diventa enfatico e semplicistico. Probabilmente l’intenzione era di umanizzare la storia e portarla a un semplice racconto di solitudine femminile, ma la verità è che “globalizzando” i conflitti per via sentimentale, Riklis banalizza il suo film e lo rende eccessivamente didattico.Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

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