The New World

11/3/2006. Regista: Terrence Malick. Sceneggiatura: Terrence Malick. Interpreti: Colin Farrell, Q'Orianka Kilcher, Christian Bale, Christopher Plummer, August Schellenberg. 135 min. USA. 2005. Giovani. (V)

È un tentativo originale di rappresentare l’esplorazione del nuovo mondo da parte degli inglesi. Il film inizia nel 1607, quando tre navi avvistano terra, dopo una lunga navigazione atlantica. Alla base, c’è il desiderio di prosperità, la promessa -che nessuno garantisce- di diventare ricchi nei luoghi appena scoperti. Ma la creazione dell’insediamento costiero di Jamestown si fa difficile; e a ciò si aggiunge la paura dell’esito che potranno assumere le relazioni con gli indigeni. Perciò affidano l’operazione di sondare le loro intenzioni al capitano John Smith che scampa, in questo modo (giudicato più utile alla causa), alla forca per insubordinazione. Quando penetra all’interno con i suoi uomini, la colonna è annientata ed il capitano resta l’unico superstite. Contro ogni previsione, viene accolto in un villaggio dove impara ad apprezzare le usanze degli indiani e, al contempo, s’innamora della giovane figlia del capo powhatan, la bella e intelligente Pocahontas. Il patto tradito dagli uomini della spedizione, di tornarsene con loro in Inghilterra, e l’aiuto prestato a Smith da Pocahontas comporteranno conseguenze imprevedibili.

Oserei dire che questo film deve confrontarsi con il film a cartoni animati della Disney, intitolato proprio Pocahontas, e con il triste precedente di Colin Farrell, cimentatosi in un film storico (!) –il trascurabile Alessandro Magno-, nonché con ciò che, a prima vista, sembrerebbe un film analogo: La laguna blu. Ma lasciamo da parte i pregiudizi. Terrence Malik tira fuori la sua anima di poeta, ricreando la storia in un modo piano, con straordinaria delicatezza, senza cadere in estremismi indesiderabili. È sufficiente la bellezza dell’inquadratura, in cui gli indiani ammirano le navi appena arrivate, che avrà il suo eco successivo in Inghilterra, quando Pocahontas scopre una cattedrale, parlano della bellezza delle terre vergini, contrapposte al progresso della civiltà. Certamente la vita degli indiani ha qualcosa di edenico, come di tranquilla vita riuscita, ma il loro modo di tirare avanti non è poi molto diverso da quello degli abitanti della campagna inglese. Sul contrasto tra indigeni ed esploratori, emergono logiche differenti prospettive tra chi va in cerca di miglioramenti esistenziali, trovando molte difficoltà, e chi si accontenta di ciò che ha. Il conflitto è equiparabile alla crudeltà della battaglia tra i due gruppi.

Malik riesce poi ad indovinare il passaggio tra la storia di amore e la transizione graduale, di Pocahontas, alle consuetudini occidentali. Un Farrell contenuto, una sorprendente Q’Orianka Kilcher, quindicenne quando il film è stato girato, e un tranquillo Christian Bale, costituiscono i tre lati di un triangolo atipico, dove ben si comprende il trasformarsi dell’entusiasmo di una adolescente nella sofferenza d’amore per lo sposo e il figlio, la capacità di abbandonare ciò che è noto, per soddisfare i desideri dell’esploratore, o l’amore riscoperto dal mite vedovo. José María Aresté. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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