La vita secreta delle parole

25/3/2006. Regista: Isabel Coixet. Sceneggiatura: Isabel Coixet. Interpreti: Sarah Polley, Tim Robbins, Javier Cámara, Julie Christie, Eddie Marsan, Steven Mackintosch, Daniel Mays, Dean Lennox Kelly. 122 min. Spagna. 2005. Adulti. (D).

“Un punto isolato in mezzo al mare. Una piattaforma petrolifera davanti alla costa dell’Irlanda del Nord, dove lavorano solo uomini, su cui c'è stato un incidente. Una donna solitaria, misteriosa, che sta cercando di dimenticare il suo passato, viene portata sulla piattaforma per curare un uomo, rimasto temporaneamente cieco. Fra loro si sviluppa una strana intimità, un legame ricco di segreti, verità, bugie, umorismo e dolore. Un legame che cambierà per sempre le loro vite. Un film dedicato al peso del passato. Sul silenzio improvviso che precede un temporale. Su venticinque milioni di onde. Soprattutto un film sull’incredibile forza dell’amore, anche nelle più terribili circostanze”.

Così, Isabel Coixet sintetizza un film bello e letterario, che ricorre alla trama di Biancaneve e i sette nani, per raccontare una storia triste di personaggio ermetico. L’infermiera Hannah andrà forzando molte barriere, per ricuperare la fiducia in un mondo dove vive gente che l’ha persa, ma che -se torna indietro- è solo per passarci definitivamente sopra, per ultimare l’opera. La regista catalana, laureata in Storia dell’Arte, nonché prestigiosa professionista del mondo pubblicitario, insiste nel suo cinema romantico, selezionato, di curata scenografia, con magnifici interpreti e conflitti dalla trama molto sottile.

Come abituale nei film di Coixet, i dialoghi sono brillanti perché vengono preceduti da certi silenzi che riempiono di maggior valore e spessore le parole. Coixet mette in fuga la banalità loquace, che caratterizza buona parte del cinema europeo, con la sua scelta a favore di un discorso intensamente coinvolgente (la colonna sonora ne fornisce un rilevante ausilio), intelligente e pieno di sensibilità -anche se certamente crudo, in qualche scena-.

Il personaggio protagonista (una straordinaria Sarah Polley, protagonista anche di La mia vita senza me (precedente film di Coixet), è così attraente, ricco, interessante, che lo spettatore non si stanca di osservarla. Con i suoi difetti (la spaventosa voce in off, un ricorso eccessivo alla dissolvenza, in un montaggio meno brillante che nei precedenti film, qualche tic da preziosismo pubblicitario, l’irrilevanza dei personaggi secondari, alle volte perfino caricaturali -come nel rapporto omosessuale tra due operai-), questo film conferma che nessuno -in Spagna- è capace di raccontare una storia con la delicatezza della regista di Le cose che non ti ho mai detto. Si conferma anche che Coixet è abbastanza orientata. Infatti, è la stessa società produttrice di Almodóvar a sostenere questo film da 5 milioni di euro. L’attore Tim Robbins -magistrale la sua recitazione- ha manifestato ammirazione per la Coixet, in un modo intelligente, che condividiamo in pieno: “Ammiro Isabel per essere stata così coraggiosa, da dare un finale positivo ad una storia tanto cupa”. Alberto Fijo. ACEPRENSA.


Pubblico: Adulti. Contenuti: D. Qualità tecnica **** (Mundo Cristiano)

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