The constant gardener

11/3/2006. Regista: Fernando Meirelles. Sceneggiatura: Jeffrey Caine. Interpreti: Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Danny Huston, Hubert Koundé, Pete Postlethwaite, Bill Nighy. 128 min. GB-Germania. 2005. Adulti. (VXD)

Benché realizzate da registi di prestigio, gli adattamenti filmici dei libri di John Le Carré non passeranno alla storia del cinema. Forse, il tentativo più efficace è proprio questa versione di Il giardiniere tenace, diretta dal brasiliano Fernando Meirelles, che tre anni fa ha avuto successo con City of God.

L’azione, che si sviluppa in Kenia, descrive il dramma di Justin Quale, diplomatico britannico, timido e dedito alla floricoltura, che vive felice con sua moglie Tessa. Quest’ultima è invece un’agguerrita attivista che si batte per i diritti umani e che sta indagando sul crudele sfruttamento dei keniani più poveri da parte di una società farmaceutica. Un giorno, Tessa è brutalmente uccisa nel nord del paese. E mentre ricorda la vita di coppia trascorsa insieme, Justin indaga a sua volta sulla morte violenta della moglie, mettendo in allarme potenti forze politiche ed economiche.

Meirelles realizza un indovinato equilibrio tra denuncia politica e sociale, da un parte, e un melodramma di alta emotività, dall’altra, che supera l’eccessiva caricaturalità dei personaggi negativi, grazie all’autenticità dei protagonisti; una autenticità che ha molto a che vedere con le raffinate interpretazioni di Ralph Fiennes e Rachel Weisz (premio Oscar alla migliore attrice non protagonista). Si può recriminare solo sull’esplicita e reiterativa esibizione dei rapporti sessuali tra i coniugi, che serve solo ad allungare la durata del film.

La coinvolgente regia, quasi di tipo documentaristico, ha abbondanti sequenze girate con la cinepresa a spalla, sempre molto vicina all’azione, anche se questo può finire per essere un po’ stancante. Come in City of God, la risoluzione visiva è molto curata, con un dipanarsi della trama sempre inquietante, cui si aggiunge una sensazionale fotografia di Cesar Charlone, piena di contrasti cromatici. La colonna sonora dello spagnolo Alberto Iglesias sostiene bene il trascolorare dall’intrigo al melodramma, con una moderna fusione di stili e sottofondo di ritmi africani. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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