Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street

1/3/2008. Regista: Tim Burton. Sceneggiatura: John Logan. Interpreti: Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Timothy Spall, Sacha Baron Cohen. 116 min. USA. 2007. Adulti. (V). *

Il californiano Tim Burton ha dato al cinema contemporaneo una delle migliori espressioni cinematografiche. È considerato da molti studiosi come il cineasta statunitense dall’immaginario personale più ricco e creativo. Comunque, si allontana -e parecchio- da questi lusinghieri giudizi, in Sweeney Todd. Il film se ben realizzato, è però privo d’interesse, malgrado il conferimento di due Globi d’Oro ed un Oscar alla miglior scenografia.



La storia narra di Benjamin Barker, barbiere ingiustamente incarcerato per quindici anni, che riesce a fuggire e a raggiungere Londra: è il momento di vendicarsi di quel giudice perverso, che gli aveva sottratto moglie e figlia. Essa trae ispirazione da un racconto ottocentesco che -in versione musicale- fece il suo esordio nella Broadway del 1979, per mano di Stephen Sondheim.

Tim Burton opta per realizzare un musical gore, inserendo il film in parametri che lo danneggiano di gran lunga. La struttura musicale, invece di sveltire la narrazione filmica, in questo caso la rallenta colpevolmente, mentre il tono gore stravolge il caratteristico “tocco alla Burton”, di solito così apprezzato nei suoi film. Ci riferiamo a quel tocco di classe che abbellisce ciò che è detestabile e conferisce aria poetica a situazioni assurde. Qui invece, ciò che è repellente resta tale, ma attraversato da un atmosfera pittorica da comic espressionista che lo sprofonda nel gore. Ci si può chiamare Tarantino, oppure Burton; ma pretendere di rappresentare entrambi i registi, tutto in una volta, è davvero troppo.

Probabilmente, Burton intendeva prendere le distanze dalla storia tradizionale del barbiere omicida, per tentare un approccio più personale, meno schematico e reiterativo, che nel caso dei tagli di gola diventa invece pesante, per di più con manifesta compiacenza del proprio cattivo gusto. Vero è, che molto fans di Burton si rallegrano di tale risultato, ma tutti parlano di come “appare” il film; nessuno, invece, del valore della storia in quanto tale. Film del calibro di Big Fish, Charlie e la fabbrica di cioccolato, lo stesso Edward mani di forbice, propongono a iosa argomenti, sfumature, questioni e idee interessanti. Dove è sparito, tutto questo, in Sweeney Todd? Tanto effettismo non riesce a celare la povertà di idee. Juan Orellana. ACEPRENSA.

* Sweeney Todd ha ottenuto due Globo d’Oro al miglior musical e miglior attore di musical, e un Oscar alla miglior scenografia.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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