Non è un paese per vecchi

1/3/2008. Regista: Joel ed Ethan Coen. Sceneggiatura: Joel ed Ethan Coen. Interpreti: Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly Macdonald, Garret Dillahunt, Barry Corbin, Stephen Root. 122 min. USA. 2007. Giovani-adulti. (VD) *

Frontiera tra Stati Uniti e Messico. Un’operazione di traffico di droga finisce in un fiume di sangue. Sul posto arriva Lellewyn, che trova una valigetta piena di soldi. La tentazione di impadronirsene è irresistibile. Ma un sadico assassino, Anton, gli sta alle calcagna. Ciononostante, il protagonista affronta il rischio di trattenere con sé il bottino; metterà in salvo sua moglie e sosterrà da solo il peso di chi gli dà la caccia. Al contempo, anche lo sceriffo locale, Ed Tom, cerca di individuarlo.




Straordinario film dei fratelli Joel ed Ethan Coen, forse il migliore della loro carriera, a prova della maturità da loro raggiunta. Non è che prima non abbiano dato saggio di talento, ma guastava quel loro privilegiare una recitazione incline ad un certo bullismo. Nel romanzo adattato di Cormac McCarthy, hanno trovato argomenti ed interpreti con cui identificarsi, traendo anche spunto dall’umanità dei frontalieri: personaggi laconici, abituati alla vita dura. Per di più, riescono ad emanciparsi da quanto di esagerato traspariva nei precedenti film.

Parlare di assassini prossimi alla pazzia (molto bene Javier Bardem, meno Woody Harrelson); e sopravissuti nati (magnifici Josh Broslin e Tommy Lee Jones: il primo, è attratto dal denaro, ma ha un suo codice morale; il secondo, possiede il senso della giustizia, ma è stanco) è parlare dell’universo dei Coen. Inoltre, l’avvicinamento al cosiddetto “sentiero McCarthy” aiuta a rendere credibile la storia. Non solo, per il ruolo dei protagonisti, ma anche grazie a personaggi dell’America profonda, già tali da ispirare i Coen (ad esempio, in Fargo).

Risulta strabiliante il linguaggio filmico. La storia passa da un personaggio all’altro con naturalezza. La tensione del duello tra Lellewyn e Anton viaggia a quote davvero elevate. C’è violenza, dura e contundente se si vuole, ma senza compiacenza. Regge bene la sobrietà dei personaggi. Perfino il ruolo più incline all’istrionismo, quello di Bardem, è mantenuto nel giusto equilibrio. Si intravedono, inoltre, riflessioni su libertà e responsabilità (quella monetina capricciosa di Anton, non lo assolve dalla sua deliberata crudeltà) il desiderio di un focolare tranquillo, di quel giusto ordine ancora da instaurare, nonché l’universale desiderio di incontrare Dio. José Maria Aresté. ACEPRENSA.

* Non è un paese per vecchi ha vinto 4 Oscar: miglior film, miglior reggia, miglior attore non protagonista (Javier Bardem), miglior sceneggiatura non originale.

Pubblico: Giovani-Adulti. Contenuti: V, D (ACEPRENSA)

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