Il falsario

22/3/2008. Regista: Stefan Ruzowitzky. Sceneggiatura: Stefan Ruzowitzky. Interpreti: Karl Markovics, August Diehl, Devid Striesow, Martin Brambach, August Zirner. 98 min. Austria, Germania. 2007. Adulti. (VX)

Basata su un libro di memorie di uno dei protagonisti –che è vivo e ha più di novanta anni- questa produzione austriaca ha vinto, meritatamente, l’Oscar al miglior film straniero.

La storia è quella di un ebreo russo, Salomon Smolianoff, falsario di professione, fermato a Berlino nel 1936 e internato in un campo di concentramento. I nazisti hanno concepito un’operazione per falsificare moneta degli alleati, e Smolianoff è loro necessario per portarla a termine.

Ruzowizky è un buon regista e lo dimostra con una spettacolare fluidità narrativa. Il film, molto ben pianificato, conta su una colonna sonora eccellente e su un cast che presenta bene una storia triste e disincantata, in un tempo e in un luogo sinistri e brutali.

Certo, le storie di campi di concentramento sono poco affascinanti per un buon conoscitore di cinema, tenendo conto dei molti film, alcuni molto buoni, già ambientati in questi posti. La somiglianza di questo film con Il ponte sul fiume Kwai è palese. Ma Il falsario, tolti alcuni difetti evidenti, risulta originale e suggestivo; anzi, in molti momenti sa essere brillante.

I difetti sono evidenti: è prolisso e insiste su certe situazioni; manca profondità psicologica e sviluppo nel ritratto del protagonista; i contrasti si sarebbero potuti costruire in modo più fine; ci sono due scene di sesso con un eccessivo compiacimento.

Ma ci sono anche molte pregi: il film è potente e d’impatto, fa venire i brividi per la fredda secchezza con la quale affronta un tema terribile; c’è coerenza nel ritratto dei protagonisti senza ricorrere al facile ricorso di falsificare le loro personalità per rendere il film più carino o più emotivo o più positivo; la fotografia, il montaggio, la colonna sonora, la messa in scena e il disegno di produzione sono eccellenti. Il film adopera molto bene una risorsa abusata come il flashback, riuscendo a iniziare e finire con energia.

Un film duro, disincantato, oscuro, come il protagonista. L’eroe convenzionale non c’è assolutamente. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X (ACEPRENSA)

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