19/4/2014. Regista: Brian Percival. Sceneggiatura:
Michael Petroni. Interpreti: Sophie Nelisse, Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben
Schnetzer, Nico Liersch, Kirsten Block. 125 min. USA, Germania. 2013. Giovani.
125 min.
Nel 1938, Adolf Hitler dilaga in Germania.
L' adolescente Liesel viene adottata dai Hubberman, Hans e Rosa, una coppia
senza figli. Sua madre è in un campo di internamento per le sue idee politiche,
e suo fratello è morto sulla strada alla nuova casa. Già installata lì, deve ingoiare
le difficoltà della guerra, analfabeta in un primo momento, scopre poi il
piacere della lettura, di ascoltare e raccontare storie.
Questo adattamento del bestseller omonimo di
Markus Zusak ha in suo favore un buon lavoro di produzione e la colonna sonora
di John Williams, un maestro che medita molto i progetti in cui si lascia
coinvolgere. La sceneggiatura di Michael Petroni fa un grande sforzo per
rimanere fedele all'originale, compreso il mantenere, anche se meno presente, la
voce in off della narratrice della storia,
niente di meno che la morte. Tuttavia, il film fatto da Brian Percival, meglio
conosciuto per il suo lavoro in televisione nella serie Downton
Abbey, è troppo freddo e cerebrale e non finisce per mettere in
evidenza le desiderate emozioni.
Al film manca finezza, sottolinea troppo gli
elementi drammatici di alcuni passaggi, cadendo nella ovvietà e anche,
paradossalmente, nella contenzione. Il tono è meno scuro di quello originale,
ma non si può accusare il film di falso sentimentalismo. E’ chiaro che
l'approccio, relativamente parlando, invita ai confronti con Il bambino con il pigiama a righe o Il diario di
Anna Frank, che hanno pure loro giovani protagonisti e base
letteraria.
Tuttavia, la storia è così potente, che
piacerà a molti spettatori. Ha il suo fascino vedere il legame tra Liesel
Nelisse -Sophie, la ragazza di Monsieur Lazhar
– e i suoi genitori, ben composte da Geoffrey Rush e Emily Watson; o assistere
all'amore “adolescente“ di lei per Rudy, o all’affetto per il “fratello
maggiore” che diventa Max. La passione per i libri e la lettura si suggerisce,
ma soffre lo stesso problema dell'opera originale. I testi che vengono letti,
fittizi, non impegnano, a partire dal primo, l’ironico manuale del becchino. E si
comprende che sia stata necessaria una vera storia, L’uomo
invisibile di H.G. Wells, come una falsa riga della presenza
nascosta di Max. Tuttavia, non viene utilizzata sufficientemente la magia
offerta da posti come la biblioteca della moglie del sindaco, o la cantina dei
bombardamenti dove si raccontano storie. José María
Aresté. ACEPRENSA.
Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)
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