Tom è un maturo oculista vedovo, che vive negli Stati
Uniti, felice nel suo piccolo mondo in cui il massimo incentivo che offre sono le
partite di golf. Invece, suo figlio vuole vedere il mondo, e precisamente nel
viaggio per fare il Cammino per Santiago muore in un incidente. Tom deve
assumere l’ingrato compito di fare un viaggio in Francia per prendere in
consegna il cadavere. Ma una volta lì, decide di prendere la staffetta dal
figlio, e insieme con le sue ceneri percorrere la strada fino a Santiago. Ci
saranno diverse settimane dove lui soffrirà una trasformazione: il suo è un
viaggio non solo fisico ma anche interiore, arricchito dal contatto con altre
persone che hanno le loro ragioni per fare il pellegrinaggio a Santiago de
Compostela.
Piacevole film di Emilio Estévez, con il padre
interpretato da Martin Sheen. Non ha la complessità e la ricchezza di Bobby, anche se condivide con questo la presentazione
di una ampia galleria di personaggi, descritti con tratti che li umanizzano. Non
sono perfetti, ma tutti desiderano ardentemente la pace interiore e la
felicità, le cercano non sanno dove, né come, e il loro pellegrinaggio è il modo
per incanalare questi buoni desideri.
Del film si apprezzano la mancanza di pretensione e il fatto
che riesca a trasmettere l’esperienza unica del Cammino de Santiago: vari
motivi personali, tra cui, naturalmente, quelli spirituali e il cameratismo che
si sviluppa tra quelli che si conoscono per questa occasione. Il cast è superbo,
con alcuni intensi momenti drammatici, soprattutto del personaggio di Deborah
Kara Unger. C’è una buona selezione di canzoni, ma qualche volta si può avere
la sensazione che si tratti di un filmato promozionale del Cammino nel aspetto
turistico (la Regione di Galizia ha aiutato nel finanziamento), e questo può
appesantire il film, distraendo inutilmente. José María Aresté. ACEPRENSA.
Pubblico: Giovani. Contenuti: D (ACEPRENSA)
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