The manchurian candidate

27/11/2004. Regista: Jonathan Demme. Sceneggiatura: Daniel Pyne e Dean Georgaris. Interpreti: Denzel Washington, Meryl Streep, Liev Schreiber, Jon Voigth, Kimberly Elise, Bruno Ganz, Vera Farmiga. 140 min. USA. 2004. Giovani.

Denzel Washington interpreta il comandante Marco, veterano della Guerra del Golfo, che soffre periodici incubi a ricordo di un’imboscata, dove persero la vita due dei suoi uomini. Eroe di quel giorno fu il sergente Shaw, insignito di croce al merito, nonché attuale candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Sebbene per anni, Marco abbia tenuto conferenze, elogiando le gesta del compagno d’armi, gli incubi persistenti e l’incontro con un altro veterano del Kuwait lo inducono a rianalizzare quanto avvenne in quella notte del 1991. Se le sue paure sono fondate, ecco che gli Stati Uniti dovranno affrontare la più grande minaccia della propria storia.

Dopo una serie di flop, il regista di Il silenzio degli innocenti ci offre un film di qualità. Si tratta di un interessante remake di un capolavoro di Frankenheimer, dove Frank Sinatra interpretava il ruolo principale. Allora, la guerra era quella di Corea; e il nemico, i comunisti. Oggi sono le gigantesche multinazionali ad imporre i rispettivi candidati, con la pretesa di dirigere il destino dei popoli, manipolando la sensazione d’insicurezza, vera o presunta, scaturita dagli attentati dell’11 settembre 2001.

Connotazioni e parallelismi politici non devono far dimenticare la cosa essenziale: il film è stato girato con grande maestria. Le interpretazioni, particolarmente quella di Meryl Streep, sono eccellenti. L’unico dettaglio stonato è la fantasiosa manipolazione di condotte e personalità -nel 1962 si limitavano a semplici lavaggi di cervello- che trasformano la storia in thriller di fantascienza. Forse questo sfondo inverosimile è creato ad arte dagli autori onde evitare che si prenda sul serio, come profezia, la tesi principale del film: “È ormai prossimo l’avvento del primo vicepresidente USA fantoccio, manovrato da un’impresa privata”. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Nessun commento: