Cosi fan tutti (Comme une image)

13/11/2004. Regista: Agnès Jaoui. Sceneggiatura: Agnès Jaoui. Interpreti: Marilou Berry, Agnès Jaoui, Jena-Pierre Bacri, Laurent Grévill, Virginie Desarnauts. 110 min. Francia. 2004. Adulti.

Agnès Jaoui è una delle voci più interessanti del cinema europeo attuale. La sua crescita di attrice si è perfezionata lavorando in coppia, da anni, con un altro attore, Jean-Pierre Bacri. Insieme hanno scritto film di valore, come Smoking e No smoking, e On connait la chanson, entrambi diretti da Alain Resnais. Nel 1999, Jaoui e Bacri sono gli autori della commedia di costume Il gusto degli altri (Le goût des autres), che segna il brillante debutto di lei alla regia, con vari riconoscimenti. Questa brillante carriera si impenna ancor più in Cosi fan tutti (Comme une image), premio alla miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 2004. Si tratta di una nuova dissezione, corale e tragicomica, del mondo attuale, stile Woody Allen, ma con una profondità e buon umore decisamente superiori a quelli del regista americano.

Lolita è un’intelligente e sensibile studentessa parigina, traumatizzata dalla sua obesità e dalla mancanza d’interesse verso di lei da parte del padre, il famoso romanziere Etienne Cassard, egoista e frivolo. La vita di questo “brutto anatroccolo” si arricchisce di una nuova inattesa dimensione, quando Lolita convince la sua professoressa di canto, Sylvia, a dirigere una corale amatoriale che sta preparando un recital in una chiesa di paese. L’iniziativa aiuta anche Sylvia a superare la propria insicurezza e quella del marito, Pierre, scrittore in crisi.

Agnès Jaoui ha definito il suo film come “una storia di esseri umani che sanno perfettamente cosa dovrebbero fare al posto degli altri, ma non se la cavano altrettanto bene quando tocca a loro vivere la propria vita”. Da questo punto di vista, la regista francese ha creato una galleria di personaggi, vicini e profondi, attraverso le contraddizioni dei quali indaga temi molto suggestivi, come i rapporti di potere nel mondo attuale -inclusi anche nel rapporto genitori-figli- la tirannia dell’immagine e della bellezza fisica, la sete di amore e di riconoscimento, il valore della musica classica, baluardo di spiritualità in un mondo materializzato.

Jaoui espone tutto ciò in tono leggero, ma sottile e non conformista; un tono comprensivo con tutti i personaggi, ma esigente nei giudizi morali sui loro atteggiamenti. Il film ne guadagna in profondità e coinvolgimento, impreziosito dalla brillantezza dei dialoghi, dalla qualità delle interpretazioni e dalla freschezza della messa in scena. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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