Hellboy


2/10/2004. Regista: Guillermo del Toro. Sceneggiatura: Guillermo del Toro e Peter Briggs. Interpreti: Ron Perlman, Doug Jones, Selma Blair, John Hurt, Rupert Evans. 122 min. USA. 2004. Nei cinema in Italia dal 8 ottobre. Giovani.

Del Toro (Guadalajara, Messico, 1964) ha rinunciato a dirigere il terzo episodio delle avventure di Harry Potter per quest’adattamento del fumetto creato dal californiano Mike Mignola per Dark Horse nel 1994. Sembra evidente che ne sia valsa la pena. Del Toro ha una debolezza manifesta per il terrore gotico (Cronos, Mimic, Blade II), un genere nel quale si muove con scioltezza. Per questo ha un team solvente capace di offrire una fotografia, montaggio, musica e diversi elementi del disegno di produzione adeguati a sottolineare il misterio dei mondo sotterranei popolati da strane creature.

Nato dalle fiamme dell’inferno, e portato alla luce dallo stesso Rasputin con un rituale pagano favorito dai nazisti, il diavolo rosso Hellboy (eccellente Ron Pearlman) sarà allevato dal Doctor Broom (John Hurt) nell’ultrasegretissimo Centro di Difesa e Ricerche Paranormali. Teppista e attaccabrighe, infaticabile avversario dei mostri che insidiano i sottomondi tenebrosi. Il singolare eroe, che ha molto del John McClane di La giungla di cristallo, è un tipo estroso, che nasconde il sigaro fumante in presenza dal padre adottivo, si rasa tutti i giorni le corna e conversa con un ragazzino di nove anni mentre spia la sua avvenente fidanzata da un terrazzo.

Girato a Praga con 66 milioni di dollari, il film risulta gradevole e ricco di ilarità. Al disopra della parafernalia visiva, degli scenari e del ritmo delle azioni che lasciano col fiato sospeso, c’è un buon copione, un vigoroso disegno dei personaggi, senso dello humour, tenerezza e romanticismo. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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