Collateral

16/10/2004. Regista: Michael Mann. Sceneggiatura: Stuart Beattie. Interpreti: Tom Cruise, Jamie Foxx, Jada Pinkett Smith, Mark Ruffalo. 120 min. USA. 2004. Giovani-Adulti.

A 61 anni, è evidente che Michael Mann appare regista di grande esperienza. L’ultimo dei mohicani, Heat-La sfida, Insider-Dietro la verità e Alì, ci confermano che, oltre a saper girare molto bene le scene di azione, Mann è capace di un vigore narrativo eccellente, anche in films non pienamente riusciti, per mancanza di ritmo.

L’idea originale dello sceneggiatore di Collateral, l’australiano Stuart Beattie (La maledizione della prima luna), non era di entrare nella mente di un killer professionista. Questa è storia assai nota, esibita troppe volte. Qui, parte da una situazione comune e quasi universale. Chi non ha fatto amicizia con un tassista? Uno spazio ridotto -l’abitacolo di una macchina- due sconosciuti, una conversazione.

Le buone storie però bisogna raccontarle bene, e questo dipende dalle opzioni scelte. Beattie dimostra ancora la sua abilità nel raccontare storie. Max (un grande Jamie Foxx) è da dodici anni tassista a Los Angeles. Fa il turno di notte perché c’è meno traffico e i clienti sono più generosi con le mance, anche perché arrivano a destinazione prima del previsto. Visto dallo specchietto, il sedile di dietro si trasforma, alle volte, in un confessionale. Vincent (Tom Cruise, solido come sempre) è un killer professionista e ha un lavoro da compiere.

Un eccellente cast si coniuga con un team tecnico di prima categoria. Ne viene fuori un film molto fluido, spesso capace di toccare livelli straordinari, abile nell’eludere con grande mestiere gli ostacoli tipici di storie centrate in ambienti limitati e ripetitivi (mi viene in mente un film molto simile, l’interessante Scene da un crimine, dell’esordiente Dominique Forma).

Mann ha posto il suo sigillo su un magnifico thriller psicologico, ambientato in una delle città più celebri del cinema, una magnetica megalopoli notturna che l’australiano Dion Beebe (Chicago, Charlotte Gray) e il canadese Paul Cameron (Il fuoco della vendetta, Fuori in 60 secondi) riproducono in modo straordinario, ricorrendo a diverse camere digitali di ultima generazione, con cui si è girato l’80% del film. La musica di Newton Howard (brillante nel The Village) non è all’altezza del superbo lavoro di montaggio e disegno di produzione. Ma insisto, quello che è davvero eccellente è proprio la sceneggiatura. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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