Che - l'argentino

4/4/2009. Regista: Steven Soderbergh. Sceneggiatura: Peter Buchman. Interpreti: Benicio del Toro, Demián Bichir, Santiago Cabrera, Franka Potente. 125 min. Spagna, Francia, USA. 2008. Giovani-adulti. (V)

Il Che è forse l’unico mito rivoluzionario del XX secolo, che ancora resista. I vari Lenin, Mao, Fidel Castro (malgrado Oliver Stone) e tanti altri sono tramontati, o sono stati pudicamente rimossi dall'immaginario collettivo. Ma il Che, probabilmente per le sue disavventure, resta a galla e probabilmente continuerà a farlo. Infine a nessuno importa più chi sia stato o cosa abbia fatto, ma quello che rappresenta ancora: non più il disumano conflitto marxista, ma la lotta per un generoso ideale di giustizia, contro qualsiasi oppressore.



È evidente che la maggioranza dei milioni di acquirenti di poster e magliette con l’effigie del Che li acquistano, pur restando ignari della storia: quello che importa è il mito. “Il Che è una chiara immagine dell’idealismo e della ribellione giovanile, che sono valori eterni e senza tempo”, ha dichiarato il regista.

Soderbergh e Benicio del Toro (produttore e protagonista del film) hanno realizzato una mega-produzione che dura oltre quattro ore, divisa in due parti. La prima, Che-l’argentino, racconta brevemente l’incontro tra Fidel Castro e Ernesto Guevara in Messico, gli anni di lotta armata contro la dittatura di Fulgencio Batista, principalmente nella sierra e nella giungla, fino alla vittoria finale. L’insieme è intercalato da sequenze in bianco e nero di interviste del Che con giornalisti USA e nei suoi interventi all’ONU del 1964.

Il film propone un collage di immagini di differenti testure, formati e colori. Il risultato rivela un certo acume, ma molto parziale appare la presentazione del leader rivoluzionario. Dedicando la quasi totalità dell'opera al lavoro oscuro del Che nella giungla, si esalta l’uomo generoso, amabile, che si prende cura dei suoi, attento ai dettagli, che ha sofferto in prima persona, prima di diventare una leggenda. Le interviste e i discorsi sottolineano l’immagine di un eroe mitico.

Il risultato è un film interessante, che si segue bene, che per alcuni risulterà tedioso, per la sua struttura reiterativa (i guerriglieri fanno la ronda, si accampano, tornano a fare la ronda); ma nell’insieme interessa ed a tratti seduce.

Il principale problema resta il contenuto. Quando si gira un opera storica, si presuppone di raccontare la verità. Ma la sceneggiatura, basata esclusivamente sulle memorie del Che, ne trasmette una visione parziale e senza sfumature. Guevara è uomo integerrimo, idealista, che si dedica -anima e corpo- alla causa, né il successo gli monta la testa. I suoi nemici, tanto Batista come i militari, sono caricature. Gli altri cubani avversari di Batista, sono quasi comparse, in un passaggio di poteri complesso, che fa dubitare del fatto che chi gira il film conosca anche la storia di Cuba. I fatti più sgradevoli della biografia del Che non vengono neanche menzionati. Tutto ciò toglie valore ad un film degno, ma incapace di oltrepassare la mera agiografia: da prendersi con sano scetticismo. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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