The wrestler

7/3/2009. Regista: Darren Aronofsky. Sceneggiatura: Robert Siegel. Interpreti: Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Ernest Miller. 115 min. USA. 2008. Adulti. (VXD)

Film come Il teorema del delirio, Requiem for a dream e L’albero della vita, tutti infarciti di simboli esoterici e mistici, hanno trasformato Darren Aronofsky nel più singolare e criptico dei registi statunitensi contemporanei. Ora ha impresso una svolta alla carriera con The Wrestler, film fuori dagli schemi, dove si immerge lo spettatore nel bizzarro sottobosco del wrestling, questa lotta libera truccata e scenografica, a mezza strada tra sport e spettacolo morboso che sprigiona sensazioni forti in certe zone degli Stati Uniti e del Messico.



Sorprendentemente, il film di Aronofsky ha vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia 2008 e ha sdoganato la carriera interpretativa di Mickey Rourke, da anni dato per disperso, con patetiche comparse in film minori, come Domino, Sin City e Stormbreaker. Grazie alla personale interpretazione, Rourke ha vinto il Golden Globe al miglior attore drammatico, nonché il Premio Bafta.

Per la prima volta non è Aronofsky l'autore del copione, bensì Robert Siegel, da anni editore della rivista satirica The Onion. Vi si narra la penosa esistenza di Randy The Ram Robinson, lottatore di wrestling del New Jersey, celeberrimo negli anni ottanta, soprattutto per un mitico combattimento con l’Ayatollah. Vent’anni dopo, Randy tira a campare in un caravan a noleggio. Mentre nei giorni feriali lavora in un supermercato, nei week-end partecipa a combattimenti di terza categoria di wrestling. I crescenti problemi cardiaci, il senso di colpa per il fallimento coniugale e la solitudine della figlia, lo portano a reimpostare la sua caotica esistenza. Una matura ballerina di striptease, madre e single, darà loro una mano.

Notevole la splendida canzone The Wrestler, di Bruce Springsteen, come pure l’ambientazione del film e l’opprimente messa in scena di Aronofsky, che cala lo spettatore nel malsano mondo del wrestling e nella patetica vita di Randy. In tal senso, la recitazione di Mickey Rourke risulta straordinaria, sia per le prestazioni fisiche -sorprendenti per i suoi 57 anni suonati- sia per l'attendibile ricostruzione del dramma del personaggio chiave. Sembra quasi che la vita dell'attore si confonda proprio con quella del protagonista.

Malgrado gli sforzi di Marisa Tomei, Evan Rachel Wood e del resto del cast, la trama si perde in uno sviluppo troppo fatalista e prevedibile, con momenti reiterativi e noiosi, nonché irritanti e sfacciati feed-back di sesso esplicito. Affiora anche una violenza ributtante, cui si indulge con compiacenza. Peccato, perché la storia di redenzione di Randy The Ram Robinson centra il cuore dello spettatore. Avrebbe meritato di creare ben altre allusioni. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Adulti. Contenuti:V, X, D (ACEPRENSA)

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