Un amore di testimone

7/6/2008. Regista: Paul Weiland. Sceneggiatura: Adam Sztykiel, Deborah Kaplan, Harry Elfont. Interpreti: Michelle Monaghan, Patrick Dempsey, Kathleen Quinlan, Kevin McKidd, Sydney Pollack, Chris Messina, Busy Phillipps, Richmond Arquette. 101 m. USA, Gran Bretagna. 2008. Giovani-adulti. (D, S)

Tom e Hannah sono amici da anni. Tanto che, quando Hannah decide di sposarsi con un duca scozzese, chiede a Tom di farle da testimone di nozze. Il problema è che lui pensa che sia lei la donna della sua vita. Per questo, cercherà di impedirne le nozze.



Su matrimoni sbagliati, che si salvano o meno -in extremis-, e i dilemmi tra amico-disastro e fidanzato esemplare c’è un capolavoro: Scandalo a Filadelfia (Gorge Cukor, 1940). Il resto, sono tutte imitazioni. E questa, evidentemente, non risulta tra le migliori. Paul Weiland, che ha diretto quasi dieci anni fa For the love of Roseanna (molto più originale), fa leva su banali luoghi comuni -talvolta esibiti in modo dozzinale- per disegnare in questo modo i relativi personaggi: i maschi tutti donnaioli; le donne che sospirano per regali a sorpresa, ben infiocchettati. E tutti che vogliono che le cose finiscano, proprio come devono finire in un commedia.

Il film è dunque prevedibile fin dall’inizio. Ciononostante, si salva per “la storia universale” da cui sorge il gusto del pubblico -anche questo pressoché universale- per le commedie (é la nostalgia di questa, che ne riaccende la sete). Inoltre, emerge una coppia protagonista, che non stona. Senza peraltro arrivare a paragonare il protagonista di Grey’s Anatomy, Patrick Dempsey, e l’ingegnosa Michelle Monaghan, ad un certo Cary Grant o ad una certa Katherine Hepburn. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: D, S (ACEPRENSA)

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