Sex and the city

21/6/2008. Regista: Michael Patrick King. Sceneggiatura: Michael Patrick King. Interpreti: Sarah Jessica Parker, Kim Cattrall, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Chris Noth, Candice Bergen, Jennifer Hudson, David Eigenberg, Evan Handler, Jason Lewis, Mario Cantone. 140 m. USA. 2008. Adulti (X, D)

Il prototipo di Sex and the City è la serie statunitense trasmessa dalla rete HBO, tra il 1998 ed il 2004. Vi si racconta la storie di quattro donne celibi, sulla quarantina, ossessionate da moda, amore e sesso. Il tono piccante lo si deve alla narratrice, una giornalista, a lungo titolare di una rubrica settimanale sulle abitudini sessuali degli abitanti di New York. Se alcuni hanno scorto, nel serial, una proposta di avanguardia circa la femminilità e, al contempo, la capacità di infrangere tabù, altri hanno invece criticato la penosa immagine di donna che ne esce fuori, molto lontana dalla realtà e abbastanza decadente; anche se veste secondo la moda più esigente.

Quattro anni dopo l’ultimo episodio, Michael Patrick King -uno degli sceneggiatori della serie, nonché regista di diversi capitoli della stessa- scrive, dirige e produce il film che vi trae spunto. La qualità del prodotto non dà luogo a molti commenti: si tratta di un episodio molto stiracchiato, dove -come in ogni serial, degno di questo nome-, l’unica tensione reale si riduce a sapere se la protagonista si sposa o meno. Le recitazioni risultano stereotipate, se non -a volte- ridicole (limite che si sopporta con più indulgenza, nei serial TV). L’unico elemento degno di nota (oltre i costumi di Patricia Field) è una certa critica -così arrendevole, da passare quasi inosservata- ad una società costruita tutta sulla prevalenza dell’immagine, dell’apparenza.

Il film eredita, dalla serie TV, il protagonismo della moda (più di 80 vestiti per Sarah Jessica Parker), il consumismo ossessivo (ci sono momenti che sembra di assistere ad un documentario pubblicitario su vestiti, alberghi, appartamenti e ristoranti), Insomma: frivolezza a tutto campo, con elevate dosi di alto voltaggio sessuale -più misurate rispetto alla serie, ma ugualmente stolide- affioranti nelle conversazioni e nelle scene.

Le protagoniste continuano ad essere isteriche, ma c’è qualche cosa che balza all’occhio. Quelle che nel serial apparivano quattro mangia-uomini (pronte a qualunque avventura), in apparenza beate, nella loro liberale mancanza d’impegno, finiscono, nel film, per evocare -al contrario- un tacito inno alla famiglia unita, alla maternità e alla fedeltà. Ciò che resta, in mezzo a tanta deprecabile superficialità, è elementare: quattro donne che parlano di sesso, ma evidentemente hanno bisogno di qualcosa di più elevato… e non proprio di uomini da quattro soldi. La scoperta dell’acqua calda.

Il film ha ricavato più di 200 milioni di dollari. Negli States ha superato, all’esordio, il quarto film della serie Indiana Jones. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.
Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)

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