Nella valle di Elah

2/2/2008. Regista: Paul Haggis. Sceneggiatura: Paul Haggis. Interpreti: Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Frances Fisher, Susan Sarandon, James Franco. 121 min. USA. 2007. Adulti (VXD)

Il regista di Crash gira un film che denota evidenti lacune di sceneggiatura, salvandosi solo per la qualità di due grandi attori. Questo, in sintesi il giudizio dell’atteso film di uno dei registi e sceneggiatori più prestigiosi del panorama internazionale. La verità è che il cineasta canadese risulta noioso, nonché semplicistico e monocorde, pertanto falso, nel suo resoconto sulla guerra ed i militari, in generale, e sull’Irak in particolare. Già era avvenuto in Flags of our Fathers (scritta da Haggis, diretta da Eastwood) che, pur non essendo film di grandi pretese, resta già ad un livello superiore rispetto a quello che qui commentiamo.



Nella valle di Elah produce la sensazione che Haggis stia cadendo nella formula del thriller altamente emotivo, dove un evento fortemente drammatico riunisce due personaggi in una specie di viaggio di autoredenzione.

Il film sembra un misto di Codice d’onore e Il cacciatore. Abbondano le sequenze discorsive, che già lo renderebbero inefficace. Se non che, come detto, ecco Jones e Theron, pronti a tenerlo a galla, agevolati da alcune sequenze felici, di cui Haggis è peraltro capace, che affascinano lo spettatore (una bandiera rovesciata, carica di senso, un freddo corridoio con luce al neon dove cammina un uomo che sembra uno zombie…).

Il titolo, ispirato ad un episodio biblico, riferisce della lotta di un veterano del Vietnam in cerca del figlio, appena tornato ad una base militare statunitense, proveniente dall’Irak, dove ha avuto la sua vicenda di soldato. Aiuterà quel padre una detective, che soffre di continue umiliazioni da parte dei colleghi di polizia. Il film ha alcune insistenti sequenze, all’interno di bische di malaffare, che si potevano tranquillamente omettere.

D’altra parte, Haggis eccede nei tratti caricaturali con cui disegna gli odiosi e stupidi colleghi della donna poliziotta. La tendenza dell’autore ad una specie di determinismo pessimistico, sembra palese. In Crash aveva dato ossigeno alla storia, al contrario della precedente sceneggiatura di Million dollar baby. Inoltre, aveva dato buona prova di sé anche nella stesura dell’ultimo film della saga Bond, Casino Royale, dove riscosse il consenso della critica per avere reso più vulnerabile e meno cinico il personaggio di Fleming. Insomma, per giudicarlo definitivamente occorrerà vedere il suo terzo film da regista. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA

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