Lo scafandro e la farfalla

16/2/2008. Regista: Julian Schnabel. Sceneggiatura: Ronald Harwood. Interpreti: Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner, Marie-Josée Croze, Anne Consigny, Patrick Chesnais, Niels Arestrup, Jean-Pierre Cassel, Marina Hands, Max Von Sydow, Isaach De Bankolé. 112 min. Francia. 2007. Giovani-adulti. (XD)

Film indimenticabile, per la ricchezza della storia e per il profilo estetico. Ciò è valso, a Julian Schnabel, il meritato premio di miglior regista a Cannes, nonché la candidatura a 4 Oscar. Racconta la storia vera di Jean-Dominique Bauby, giornalista francese, che sopravvissuto a un devastante infarto, resta paralizzato: Può solo muovere un occhio e la palpebra. In una tale carenza di mezzi espressivi, riesce tuttavia a comunicare con il mondo esterno, le persone amate, il medico, la logopedista… E perfino a scrivere un libro.

Dal punto di vista narrativo è commovente e, al contempo, abile nell’eludere il facile sentimentalismo. È un atto di coraggio in confronto ad temi quali la sofferenza, il desiderio di morire e di vivere, la spiritualità. E soprattutto, è originalissima la regia, i piani soggettivi del malato, la decisione di non farlo vedere -se non quando il film risulta già abbastanza avanzato-, le scene oniriche, dove entra in gioco l’immaginazione, il buon uso della voce in off… Il film, rasenta la perfezione.

Molto apprezzato il lavoro di tutti gli attori, ma specialmente la maestria della regia. Schnabel dimostra di essere artista a tutto tondo, un grande creativo capace di confezionare al contempo una buona storia, di elaborare modi estetici nuovi, di collaborare validamente con artisti come il direttore di fotografia Janusz Jaminski, o con i produttori Frank Marshall e Kathleen Kennedy, di decidere di filmare direttamente in lingua francese, di esaltare la luminosità… Il cineasta apporta molto di suo, ma al contempo, sa giocare con i simboli originali, immaginati dallo stesso protagonista, come il senso di claustrofobia al risveglio, paragonabile al sentirsi intrappolato in uno scafandro da palombaro, o la capacità di esprimersi muovendo le palpebre: come il battito d’ala di una farfalla. José Maria Aresté. ACEPRENSA.
Pubblico: Giovani-Adulti. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)

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