Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie

2/2/2008. Regista: Zach Helm. Sceneggiatura: Zach Helm. Interpreti: Dustin Hoffman, Natalie Portman, Jason Bateman, Zach Mills. 94 min. USA. 2007. Tutti.

Zach Elm è un giovane cineasta americano, autore della sceneggiatura di Vero come la finzione, interessante riflessione sulla morte, in chiave meta-letteraria. Per il suo primo film da regista, Helm ha puntato su di una sceneggiatura previa -la prima da lui scritta-, tratta dalla sua autobiografia, quando -per pagarsi gli studi di recitazione all’università DePaul di Chicago- dovette lavorare in un negozio di giocatoli.



Mr. Magorium è l’eccentrico proprietario di un enorme e meraviglioso negozio di giocattoli, meta di decine di bambini che si accampano tra vistosi “lego”, palline dal rimbalzo magico e invenzioni davvero originali. L’unico problema del negozio è che Mr. Magorium ha 243 anni! Forse, è arrivato il momento di andarsene, lasciando la bottega all’attuale incaricata, Molly Mahone, pianista dall’autostima assai scarsa. Mr. Magorium, per definire la questione, contratta un ragioniere, uomo grigio e lontano dal mondo magico di cui è permeato.

Bisogna dar plauso, in questa opera prima pilotata da Walden Media (Le cronache di Narnia), a un disegno di produzione spettacolare, degno erede della meravigliosa messa in scena di La fabbrica di cioccolato di Tim Burton. La riproduzione del negozio -scenario abituale di oltre due terzi del film- è fantastica, né l’accompagnamento musicale di Alexander Desplat potrebbe riuscire più indovinato.

Comunque, questa tecnica di lusso non riesce a nascondere il fatto che la sostanza della storia è poca cosa, di scarsa consistenza, qua e là perfino stiracchiata. È vero che Helm include riflessioni interessanti, quali l’atteggiamento sereno davanti alla morte, che rinvia a qualcosa che va oltre questa vita, la relatività del tempo o la preminenza dello spirito sulla materia, già tutto emerso in Vero come la finzione; ma, forse cosciente che il pubblico è diverso dal solito (il film ha un target familiare/natalizio), queste riflessioni restano appena abbozzate, né di questi temi traspare sviluppo alcuno dalla sceneggiatura. Così, la storia rimane monca e la maggior parte del peso finisce per ricadere sugli interpreti: magnifici attori, che qui si limitano a fare solo la propria parte (nel caso di Natalie Portman, il personaggio appare perfino lezioso). Ciò non impedisce, in certi momenti, di ritrovarsi coinvolti, al ritmo della musica, nel carosello colorato della bottega: bastano questi minuti bellissimi per compensare il biglietto d’ingresso. Ana Sànchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. Contenuti: -- (ACEPRENSA)

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