Fast food nation


21/07/07. Regista: Richard Linklater. Interpreti: Patricia Arquette, Bobby Cannavale, Ethan Hawke, Greg Kinnear, Avril Lavigne. 114 min. USA. 2006. Adulti (VXD)

Lo statunitense Richard Linklater si è guadagnato la stima di vari appassionati di cinema indipendente, grazie a Prima dell’alba e Prima del tramonto. Poi ha incantato alcuni, ma addormentato la maggioranza proponendo cartoni animati sperimentali, come Waking Life e A Scanner Darkly, realizzati con sofisticati strumenti tecnici.

Adesso in Fast food Nation, galleggia su una specie di denuncia politico-sociale, alla Michael Moore, ma in formato da cinema fiction. Basato sul best-seller di Erich Schlosser, il copione sviluppa la sua azione principale in una piccola località del Colorado, dove si trovano il mattatoio e l’impianto d’impacchettamento della multinazionale di fast food Mickey’s. È lì, che s’incrociano i cammini di tre immigranti messicani, che iniziano a lavorare nell’impianto; di un gruppo di studenti ecologisti, che cercano di denunciare la pratiche sospette su animali, e di un funzionario esecutivo di marketing dell’azienda. Lui deve esaminare a fondo il mattatoio e l’impianto, perché recenti esami hanno trovato escrementi animali negli hamburger. Linklater dirige bene gli attori –molti di loro, eccellenti- e intreccia le loro storie con agilità e senso drammatico. Il suo problema è lo stesso di Michael Moore: guarda la realtà attraverso una lente ideologicamente deformata, che rende prevedibile l’evoluzione della trama in tragedia, così come l’inevitabile degenerazione morale dei personaggi, costretti a scelte obbligate da un sistema capitalistico inumano e corrotto in radice. Probabilmente, molte delle denuncie di Linklater hanno fondamento reale; ma esibirle con tale veemenza, pessimismo e tale crudezza, finiscono per trasformarle in esagerate e tendenziose. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)


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