World Trade Center

21/10/2006. Regista: Oliver Stone. Sceneggiatura: Andrea Berloff. Interpreti: Nicolas Cage, Michael Peña, Maria Bello, Maggie Gyllenhaal, Stephen Dorff, Jay Hernandez. 129 min. USA. 2006. Giovani. (V)

Con gli eventi dell’11 settembre 2001 sono state scritte in modo indelebile le prime righe della storia del XXI secolo. Il film in esame, con scandalo dei seguaci dell’Oliver Stone più polemico, non cerca di propinare profonde retrospettive sul significato di quel particolare evento. Semplicemente, e non è poco, prende spunto da questa cornice per raccontare il dramma molto personale di due poliziotti rimasti sepolti sotto le macerie di una delle Torri gemelle. John McLoughlin e Will Jimeno si erano recati laggiù con l’intenzione di aiutare quanti erano rimasti intrappolati nelle Torri dell’attentato. Ma poco hanno potuto fare, se non sopravvivere. Con la perizia di un entomologo, Stone, che si piega totalmente al copione di Andrea Berloff, descrive l’angoscia della coppia di poliziotti e delle loro famiglie, che aspettano notizie all’esterno. E sottolinea come la fede e il ricordo delle persone amate si possano trasformare in forti stimoli, per resistere.

Il film ha un forte aroma classico e mostra i diversi risvolti dell’eroismo, senza dar luogo a cinismo di bassa lega o a discorsi politici, del tutto fuori luogo. L’unica licenza che si permette Stone, in questo senso, è quella del personaggio del tenace marine che rovista tra la macerie, con il forte desiderio di vendicare l’affronto subito dagli Stati Uniti: vicenda che culmina con il suo arruolamento per andare a combattere in Irak. Oltre questa reazione, molto umana d’altra parte, abbiamo una storia della quale conosciamo il finale, ben raccontata, con interessanti caratteri umani. Spicca la coppia di Nicolas Cage (che nel film ricorda James Stewart, così come Kevin Costner somigliava vagamente a Gary Cooper in JFK), e Michael Peña, mentre Maria Bello e Maggie Gyllenhaal sono brave a interpretare il ruolo sofferto delle rispettive mogli. Anche se sembrerebbe che il regista si trovi meno a suo agio, che in altre occasioni, tutta la parte iniziale del film, con l’idea dell’ombra maligna di uno degli aerei e il crollo delle Torri, è più che notevole. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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