Little Miss Sunshine

28/10/2006. Registi: Jonathan Dayton, Valerie Faris. Sceneggiatura: Michael Arndt. Interpreti: Grez Kinnear, Steve Carell, Toni Collette, Alan Arkin, Abigail Breslin. 101 min. USA. 2006. Adulti. (DS).

La storia è semplice. Si potrebbe riassumere in una riga: gli Hoover si recano, in uno sgangherato furgoncino, ad un concorso di bellezza infantile. Se si descrive un po’ gli Hoover, la cosa si complica. Olive, la piccola e grassottella beniamina, è quella che si presenta al concorso. L’accompagnano il fratello Dwayne –stupido adolescente che ha fatto voto di silenzio-, il nonno -un singolare anziano, incallito in pornografia ed eroina-, suo zio –gay, con un tentativo di suicidio alle spalle-, il papà -un professionista del training autogeno, che vende ricette per raggiungere il successo-, e la mamma, che dedita al tentativo di mantenere unita questa strana famiglia.

Dalla sua eccellente accoglienza nel festival di Sundance, questo film costato soltanto 8 milioni di dollari non ha smesso di lievitare; lo riprova l’eccellente risultato economico ottenuto negli USA, accompagnato dal recente successo di pubblico al festival di San Sebastian. Parte del successo è dovuto, senza dubbio, a un copione molto divertente che riesce a diluire -al meno a camuffare- una brutale carica critica contro la società del successo, che è anche la società del l’edonismo, della confusione e della mancanza di riferimenti educativi (da antologia le scene dove ognuno dei genitori propone consigli opposti ai figli).

Il problema, come in tante altre produzioni di matrice indipendente che mettono il dito nella piaga, è che la soluzione finale -tipo “non c’è niente di più bello della famiglia unita”- appare così leggera e superficiale come le toppe ai piedi. Servono soltanto a concludere il film. In fondo, lo riconosce meravigliosamente la co-regista Valerie Faris quando afferma che “non volevamo girare un film suoi valori famigliari, ma sul valore della famiglia”. È sempre qualcosa, ma... Davvero basta questo? Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: D, S (ACEPRENSA)

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