The black dahlia

28/10/2006. Regista, Brian De Palma. Sceneggiatura: Josh Friedman. Interpreti: Josh Hartnett, Scarlett Johansson, Aaron Eckhart, Hilary Swank, Mia Kirshner. 120 min.USA. 2006. Adulti. (VXD)

Los Angeles, 1947. Il cadavere di Elizabeth Short, giovane aspirante attrice, compare selvaggiamente mutilato in uno spiazzo vuoto di Hollywood. Il mistero che avvolge l’omicidio alimenta l’interesse della stampa, che battezza il caso come “l’assassinio della Dalia Nera” (per il colore dei vestiti della vittima, ma anche a ricordo di La Dalia Azzurra, film dell’anno precedente, scritto da Raymond Chandler con Veronica Lake protagonista). All’epoca si ipotizzarono numerose teorie ricostruttive: alcune voci giunsero ad attribuire il crimine a celeberrimi personaggi del cinema. Ma il caso rimase irrisolto.

Nel 1987 lo scrittore americano James Ellroy -che, ancora bambino, fu spettatore del violento assassinio della madre- decise di raccogliere il testimone di questo crudele episodio. Nel suo libro, oltre ad inventare un colpevole, ordiva intorno all’omicidio della Dalia una sordida e intricata trama di violenza, crimine, depravazione, pornografia e corruzione, con il massimo eclettismo possibile…

Quasi vent’anni dopo, il veterano regista Brian De Palma, decide di portare sul grande schermo il brutale romanzo di Ellroy. Inizialmente, De Palma aveva quasi tutto a suo favore, per girare un buon noir: un’intensa storia basata su fatti reali, un cast più che accettabile, ove brillano soprattutto le due protagoniste femminili -Scarlet Johansson e Hilary Swank-, nonché un generoso preventivo per largheggiare in spese, relativamente alle ricostruzioni ambientali. E, soprattutto sulla sua esperienza di regista, peraltro frequentemente sopravvalutato.

Con un budget assai più limitato, Curtis Hanson e Brian Helgeland adattarono un altro romanzo di Ellroy –L.A. Confidential- traendone un stupendo film, capace di incassare 126 milioni di dollari. Al contrario, il film di De Palma non raggiunge le aspettative: è un film di classe, ben girato, con una fotografia molto curata, ma che lascia lo spettatore assolutamente freddo. Con le relative conseguenze.

Il film, non solo ci impiega troppo a partire, ma molto prima della farraginosa conclusione è già finito a fondo. Il copione di Josh Friedman (il padre del noiosissimo La guerra dei mondi) è debole e confuso; se già non si segue bene la trama, nemmeno resta, almeno, la soddisfazione di soffermarsi sui personaggi: privi di profondità e non credibili, se non anche ridicoli (soprattutto quando li si vuole presentare nelle loro esaltate passioni e ossessioni). In questo panorama, tutto si rende più difficile per il cast, che perviene soltanto ad interpretazioni meramente corrette, ad eccezione di Johansson, capace di rasentare il patetico.

The Black Dalia (50 milioni di budget, 22 milioni ricavati negli Stati Uniti) conferma due cose. La prima è che il noir privo di copione, di personaggi e di conflitto morale -qui quasi del tutto assente- risulta un prodotto altamente indigesto. E ciò, malgrado la buona ambientazione e certe scene di azione davvero riuscite (De Palma usa la steadycam forse come nessuno, ma come narratore è decisamente scarso). La seconda: bisognerà attendere la “prequel” di Gli Intoccabili, per vedere se De Palma riesce a recuperare consensi. Probabilmente intitolato The Untouchables: Capone Rising, il film racconterà l'arrivo del boss malavitoso a Chicago e la sua ascesa ai vertici del mondo criminale. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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