Pirati dei Caraibi. La maledizione del forziere fantasma

21/10/2006. Regista: Gore Verbinski. Sceneggiatura: Ted Elliott y Terry Rossio. Interpreti: Johnny Depp, Orlando Bloom, Keira Knightley, Stellan Skarsgard, Bill Night. 150 min. USA. 2006. Giovani. (VS)

Nel cinema nessuno possiede la formula magica del successo. Perciò, quando uno fa centro con un film, non gli resta altro che pensare di trarne un successivo episodio. Proprio quello che si è verificato anche per il tandem Bruckheimer-Verbinski, dopo che nel 2003 proposero Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna, con cui hanno guadagnato larghi consensi di pubblico, di buona parte della critica e di un grande numero di quei cineasti nuovamente propensi a vedere con favore la possibilità di risuscitare generi di film giudicati morti e sepolti da tempo.

Questo film prosegue proprio dove era terminato il precedente: le fallite nozze di Elizabeth e Will. La trama, benché più complicata e con un maggior numero di personaggi secondari, riprende lo stesso schema: due squadre, nella prima Jack Sparrow -con i buoni- e nell’altra i cattivi, in questo caso un po’ sfumati, diretti -questo sì- dal super spietato Capitano Jones. Comunque, la trama è la cosa meno importante perché, siccome ci sarà un terzo episodio, il film finisce con il classico: “il seguito alla prossima puntata”.

Se La maledizione della prima luna ha costituito una gradevole sorpresa -specialmente per il riuscitissimo personaggio di Johnny Depp, la seconda parte manca proprio del fattore sorpresa. Il che rende quanto meno inspiegabile la lunghissima durata del film: gli ultimi quaranta minuti -con il terzo attacco del kraken- risultano pesanti.

A parte lo scoglio dell’eccessiva lunghezza, questa seconda parte è però più che accettabile. Come nel primo episodio, c’è una saggia dosatura di azione e humour -molto spassosa la storia nell’isola di Pelegosto-; ma il tono generale è più dark e molto meno romantico.

Il film ha una messa in scena spettacolare, di quelle che aiutano a riconciliarsi con il cinema commerciale, che non lesina mezzi né per ricostruire le navi -occhio al vascello dell’Olandese volante-, né per girare battaglie –otto giorni per girare la scena del combattimento più impegnativo- e nemmeno per cercare e ricreare località e scenari.

Nel capitolo interpretativo, Johnny Depp, anche se rischia di diventare ripetitivo (nella prima film era stato invitato a inventarsi pure il personaggio, dandogli carta bianca) continua nel suo ruolo alla grande. Anche se non è tanto difficile far bella figura se hai come comprimari, al solito, un mediocre Orlando Bloom e una -più che mai- scarsissima Keira Knightley. Malgrado i 150 minuti e il recital di smorfie di Knightley, a fine agosto il film aveva incassato 924 milioni di dollari: è in testa agli incassi del 2006. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, S (ACEPRENSA)

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