A history of violence

21/1/2006. Regia: David Cronenberg. Sceneggiatura: Josh Olson. Interpreti: Viggo Mortensen, Maria Bello, William Hurt, Ed Harris, Ashton Holmes, Heidi Hayes. USA. 2005. 96 min. Adulti (VXD)

Tom, proprietario di bar, vive felice con la moglie avvocato e i due figli, in un paese dell’Indiana. Una rapina a mano armata riaprirà un passato che Tom aveva sepolto con molta cura. Il prologo, davvero contundente, ci immerge in una storia di violenza, vista sia dal lato dei criminali, che dal lato della gente onesta.

Il regista, il canadese di 62 anni David Cronenberg (La mosca, eXistenZ, Spider), opta per una messa in scena molto appariscente, quasi enfatica, ed una fotografia molto curata. Inoltre, conta su attori prestigiosi, capaci di imporsi all’attenzione del pubblico, che ruotano tutti attorno al protagonista: Viggo Mortensen. Il copione adatta un romanzo dotato di grande espressività descrittiva. Proprio per questo, come risaputo, bisogna avere molta cura per riuscire a rendere credibili i personaggi e il loro modo di comportarsi.

Mi sembra che Cronenberg rovini la storia, per colpa delle sue indigeste provocazioni. Non riesco ad interpretare altrimenti questa esibizione al vetriolo -talvolta ridicola- di sesso e violenza. L’impostazione appare elementare, se non anche artificiale. L’evoluzione dei personaggi è inverosimile (si veda il personaggio di Maria Bello, che pure è brava attrice). La cosa più interessante (il comunitarismo americano, la cultura dell’autodifesa, l’esaltazione della forza, l’importanza della figura dell’eroe, la curiosa percezione popolare della polizia, il ricorso alla violenza per combattere il male) rimane svalutato da uno sguardo tanto morboso, quanto immaturo. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

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