Nicotina - La vita senza filtro

29/01/2005. Regia: Hugo Rodriguez. Sceneggiatura: Martín Salinas. Interpreti: Diego Luna, Lucas Crespi, Jesús ochoa, Daniel Giménez Cacho, Carmen Madrid, Rosa María Bianchi, Rafael Inclán, Marta Belaustegui. Durata: 93 m. Messico 2004. Giovani.

Divertente e scatenato film messicano, si svolge nel corso di una notte. Con la complicità di un genio dell’informatica, una banda di piccoli furfanti locali vuol vendere alla mafia russa un dischetto con i dati di diversi conti correnti svizzeri. In cambio, pretendono un baratto: venti preziosi diamanti. Al momento della losca transazione, l’operatore informatico confonde dischetto, consegnando quello con le immagini della vicina di casa, di cui è innamorato, e che spia ossessivamente con ogni tipo di apparecchio fotografico. La controparte crede di esser vittima di una frode, il che provoca confusione e spreco di sparatorie. Risultato: il mafioso russo fugge, mentre uno della banda locale resta ferito. Ne segue un vertiginoso gioco da gatto con il topo, in cui entrano in scena nuovi personaggi.

Con il copione di Martín Salinas, Hugo Rodríguez ne trae un film fresco, dal ritmo indiavolato, intonato perfettamente alla storia, esaltato dalla musica e dalla partitura delle sequenze su grande schermo. Si tratta inoltre di un film molto corale, dove la scelta degli attori è davvero azzeccata. Uno dei migliori momenti del film è quando diversi personaggi si rifugiano da un tabaccaio, il cui proprietario non può nascondere il suo cattivo umore dovuto ai tremendi sforzi cui si sottopone per smetterla con il fumo: lo scatenarsi dello humour intorno al tabagismo, nel bel mezzo di un’imbrogliata situazione, è un piccolo capolavoro.

Invece, sembra eccessiva, malgrado l’ilarità che provoca, l’humour nero a base di violenza nel negozio del barbiere, dove la ricerca delle pietre preziose nella pancia del morto piacerebbe giusto a Quentin Tarantino. Nel tono leggero, sulla falsariga di Nove regine o Lo strappo (Snatch), a parte qualche concessione volgare, si ripropone il principio, spesso non adeguatamente evidenziato in questo genere di film, che il delitto non paga. José María Aresté. ACEPRENSA.

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