Closer

29/1/2005. Regista: Mike Nichols. Sceneggiatura: Patrick Marber. Interpreti: Jude Law, Natalie Portman, Julia Roberts, Clive Owen. 104 m. USA. 2004. Sconsigliata.

Mike Nichols (Berlino, 1931), veterano regista di film famosi come Il laureato, A proposito di Henry o I colori della vittoria, dirige e produce Closer. Si tratta dell’adattamento di un’opera teatrale di Patrick Marber, prolifico sceneggiatore televisivo. La storia si centra su due personaggi, il giornalista Dan e il dermatologo Larry, e relative fidanzate, Alice, e la fotografa Anna. Il conflitto nasce quando Dan s’innamora di Anna, e a Larry adesca Alice.

Il problema è che non si tratta di adolescenti, bensì di uomini e donne adulti. Alla fine, l’intreccio di relazioni arriva a distruggere tutti i protagonisti.
Il film ricalca il Bolero di Ravel, un tema sul quale si gira e si rigira; ma a differenza del noto e attraente brano musicale, qui si sfocia nella noia esistenziale. Closer vuol essere un riflesso inquietante e brutale della dissoluzione affettiva in cui precipitano molte persone, apparentemente mature per età e status professionale. L’incapacità dei personaggi di mantenere un rapporto personale, la debolezza con cui accettano che il sesso si impadronisca delle loro vite è raccontato in modo così trasparente e insistito, da conferire ripetitività tediosa e puerile a dialoghi infarciti di trivialità insopportabili, con sequenze troppo lunghe, più adatte a cultori dell’esibizionismo voyeristico.
Certamente gli attori sono bravi, con una Natalie Portman sorprendente, nella sua aggressività sensuale. Ma Julia Roberts, Jude Law e Clive Owen non vanno oltre la mera sufficienza. Il film è fondamentalmente d’interpreti (Owen e Portman hanno vinto due Globi d’Oro). La sua forza sta proprio nei dialoghi: ma dialoghi ripugnanti, pregni di pesante nichilismo e di scurrilità offensive.Lo sfiancante narcisismo del film ne elimina ogni pretesa terapeutica. Juan Orellana. ACEPRENSA

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