Vicky Cristina Barcelona

11/10/2008. Regista: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Scarlett Johansson, Penelope Cruz, Javier Bardem, Rebecca Hall, Patricia Clarkson, Kevin Dunn, Chris Messina. 90 m. USA, Spagna. 2008. Adulti (XD).

Due giovane nordamericane, Vicky (Rebecca Hall) e Cristina (Scarlett Johansson), viaggiano a Barcellona per trascorrere le vacanze estive. Vicky, che sta facendo un master in Identità catalana, è una donna ordinata, che ricerca la stabilità e l’impegno. È destinata a sposarsi, appena tornerà negli Stati Uniti. Cristina, invece, appare impulsiva ed aperta alle avventure, tanto affettive come professionali. Tuttavia, non sa bene che fare della sua vita, ma solo evitare “ciò che non vuole”.

Le due amiche, un pomeriggio, visitando una galleria d’arte, conoscono Juan Antonio (Javier Bardem), pittore con tanto di scandalo coniugale alle spalle: sua moglie (Penélope Cruz) ha cercato di ucciderlo (o il contrario?). Juan Antonio le invita a seguirlo ad Oviedo, proponendosi per rapporti sessuali. Vicky si sente offesa, Cristina accetta “senza garantire niente”. Poi il film esplora le complicazioni che insorgono per i tre personaggi.

Nell'ultimo film, Woody Allen prosegue la sua personale scoperta dell’Europa (Londra, Parigi, Venezia, Barcellona, Oviedo), con un tocco di esotismo. Tutta l’azione si svolge in Spagna, nelle vacanze estive: a differenza di Match Point, che mostra una Londra dove si vive e si lavora, Vicky Cristina Barcelona presenta una Spagna bella ed esotica, vista con occhi da straniero, dove tutto appare facile e tutto inclina ad uno stile di vita bohemienne.

La fluida e coloristica fotografia di Javier Aguirresarobe favorisce le sequenze degli esterni, ma non si sposa bene con lo stile tipico di Allen: talvolta, sembra quasi propagandare uno spot pubblicitario a favore del turismo spagnolo. Chiudono il cerchio, attori iberici alla moda, come Javier Bardem e Penélope Cruz.

Malgrado l’esotismo latino, il film è tipico di Allen: alcuni personaggi leggermente neurotici, mediamente sofisticati, con tensioni affettive di ogni tipo, marcati da insistente confusione nel percepire la distinzione tra bene e male. I conflitti non sono nemmeno nuovi, né originali (ricordano Manhattan). I personaggi continuano a ricercare l’amore e la felicità, ma se la raggiungono, è sempre e solo episodicamente. Emergono i soliti splendidi dialoghi.

Allen, che talvolta è parso optare per l’impegno e la verità, in questo caso torna ad essere scanzonato e leggero. Forse, la Spagna moderna, lo invita solo a godersi la bellezza del momento, declinando il senso di responsabilità. Vale per un estate, ma poi bisogna lavorare altrove: l’esperienza lascia l’amaro in bocca. Un'opera, insomma, minore ma degna, i cui principali pregi sono la direzione degli attori, la fotografia, la scelta paesaggistica. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Nessun commento: