Io e Beethoven

23/6/2007. Regista: Agnieszka Holland. Sceneggiatura: Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson. Interpreti: Ed Harris, Diane Krüger, Nicholas Jones, Joe Anderson, Matthew Goode. 104 min. USA, Germania, Ungaria. 2006. Giovani. (SD)

Alle volte, il mancato riconoscimento di un premio è assai rilevante. È il caso dell’ingiusta esclusione di Io e Beethoven del palmarès ufficiale del Festival di San Sebastian 2006. In questo film, la veterana regista polacca Agnieszka Holland ha dimenticato gli spessori e le ambiguità dimostrati in film come Europa, Europa, e Olivier, Olivier, riprendendo la calda umanità di Il giardino segreto, per ottenere il miglior film della carriera.

Holland ricrea il rapporto professionale, per niente carnale, che mantengono a Vienna il violento, rude, geniale e profondamente cristiano Ludwig van Beethoven -già al declino della propria vita- e l’immaginaria aspirante compositrice Anna Holtz, una bella giovane di 23 anni che trascrive la versione finale della Nona Sinfonia del Maestro, aiutandolo a dirigerne la prima.

Ne risulta uno splendido lavoro della Holland: di fattura molto classica e, al contempo, molto moderno; soprattutto, in riferimento alla pianificazione e al montaggio, esibiti in una vistosa struttura musicale. Superba, anche la fotografia di Ashley Rowe, valida in ogni momento. Magnifiche le interpretazioni del sempre brillante Ed Harris, e anche della giovane attrice Diane Krüger, protagonista di Troy, che recita benissimo anche nella davvero complessa fase di redazione della prima della Nona. Perfetta, naturalmente, la musica di Beethoven, che irrompe in tutto il film.

Il copione di Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson è agile, di gran profondità drammatica, coinvolgente, divertente e commovente nelle sue preziose riflessioni sulla creazione artistica. Una creazione presentata come riflesso della creazione divina; intravista dall’artista –il musicista in questo caso- d’accordo alla sua condizione di eletto che, malgrado i suoi limiti -come la sordità-, è capace di leggere sulle labbra di Dio, trasmettendo in musica ciò che vi trova al resto dell’umanità. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA

Pubblico: Giovani. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)

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