Le crociate

7/05/2005. Regia: Ridley Scott. Sceneggiatura: William Monahan. Interpreti: Orlando Bloom, Eva Green, Liam Neeson, Jeremy Irons, Edward Norton, Marton Csokas. 145 m. USA-Spagna-UK. 2005. Giovani-Adulti.

Dopo il successone di Il Gladiatore, il regista inglese di 67 anni Ridley Scott insiste sulla stessa linea. Questa volta l’argomento sono le Crociate. Con un copione dell’esordiente William Monahan, racconta una noiosa e magniloquente storia sui prolegomeni della terza Crociata (1186), dove si percepiscono gli effetti di applicare una certa mentalità contemporanea a fatti e comportamenti del passato. La messa in scena è certamente spettacolare, come sono spettacolari i 140 milioni di dollari che è costato questo film, parzialmente girato in Spagna, specialmente nel castello di Loarre, nella regione di Aragona. L’attore protagonista, Orlando Bloom (La maledizione della prima luna), manifesta notevoli carenze interpretative, che si cerca di compensare con la presenza di attori veterani come Liam Neeson e Jeremy Irons.

Si dice che le mezze bugie sono peggiori delle bugie complete. Baldovino IV, il re lebbroso di Gerusalemme, sua sorella Sibilla, Guy di Lusignan, il patriarca Eraclito, e anche Balian d’Ibelin (il protagonista del film) sono personaggi storici. Quello che il film tace, cioè che reinterpreta al servizio di una visione parecchio belligerante, è che Sibilla era una testa pazza di enorme ambizione, e che Balian d’Ibelin era uno dei principali baroni palestinesi, sposato in seconde nozze con Maria Comneno, ex regina di Gerusalemme e vedova di Amaury I. Non si fa presente Baldovino IV come un uomo religioso, come invece egli era: la sua giustizia, la sua equanimità, la lealtà nel rapporto con Saladino, il suo prestigio, erano parte integrante della fisionomia di un autentico cavaliere cristiano. Queste sono alcune delle conclusione di uno dei migliori storici dell’Oriente, René Grousset, dell’Accademia di Francia, autore della monumentale Histoire des croisades et du Royaume franc de Jérusalem, 2.500 pagine e molti anni di ricerca sulle fonti cristiane e musulmane.

Una cosa è che nella storia del regno franco di Gerusalemme ci fossero personaggi indesiderabili e azioni infami, un'altra è questo ritratto senza sfumature, dove tutto è nero e sinistro, con un rozzo settarismo anticristiano e un ritratto idealizzato di Saladino e delle sue truppe, che sembrano estratti di certa letteratura spazzatura sul Medioevo. Una volta in più il cinema interpella, incoraggia a scoprire una verità che non è cosí semplice come quella racchiusa in un film. Questo è perfettamente comprensibile. Non sarebbe giusto chiedere ad un film commerciale il rigore di un libro serio di storia.

Sir Ridley Scott ha dichiarato che era ora di togliere alla gente l’immagine idealizzata delle Crociate. La seconda parte del suo messaggio è veramente sorprendente: è possibile una convivenza pacifica che sarà frutto della rinuncia alla religiosità radicale. Non è difficile immaginare che cosa sia per il regista la religiosità radicale. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Nessun commento: