19/3/2005. Regia: Mira Nair. Sceneggiatura: Matthew Faulk, Mark Sheet, Julian Fellows. Interpreti: Reese Witherspoon, Gabriel Byrne, Romola Garai, Jonathan Rhys-Meyers, James Purefoy.
Vanity Fair (del romanziere W. M. Thackeray) racconta, con humour, realismo e crudeltà, i ripetuti tentativi della sfortunata Becky Sharp di progredire sulla scala sociale. Becky è orfana, figlia di una corista francese e di un pittore alcolizzato. Educata in un orfanotrofio di Londra, ne uscirà trasformata in istitutrice, ma per di più, con l’idea di trionfare in società. A tal fine, non esita ad appellarsi a tutte le risorse proprie del suo sesso e del suo ingegno.
La principale difficoltà del film risiede nel tentativo di raccontare la maggior parte del contenuto di un voluminoso romanzo che si sviluppa per quasi mezzo secolo. Impresa assai più indicata ad una miniserie televisiva, che non ad un film. Questo scoglio viene superato, soltanto in parte, grazie allo splendido lavoro degli attori. Vanity Fair si trasforma in un’opera interessante, seppure assai inferiore a Barry Lindon, l’altra opera di Thackeray riproposta su grande schermo. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.
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