La vita è un miracolo

5/3/2005. Regista: Emir Kusturica. Sceneggiatura: Ranko Bozic, Emir Kusturica. Interpreti:Slavo Stimac, Natasa Solak, Vesna Trivalic, Vuk Kostic, Aleksandar Bercek, Stribor Kusturica. 155 m. Repubblica Yugoslava, Francia 2004. Adulti.

Emir Kusturica (Sarajevo, 1954) ritorna al genere del delirio onirico. Narra la storia di una famiglia bosniaca composta dall’ingegner Luka, dalla moglie Jadranka e da Milos, il figlio patito di calcio, che sogna di giocare nel Partizan di Belgrado. Nel 1992, allo scoppio della guerra, la famiglia abbandona la città per abitare in una piccola ed isolata stazione feroviaria di montagna, cercando di tirare avanti. Un progetto di linea ferroviaria per incrementare il turismo locale dà il via ad una sofisticata storia d’amore in tempo di guerra, che si muove al ritmo della musica stile No Smoking Orchestra, il gruppo musicale dove Kusturica suona il basso.

Il tono eccessivo, tra Lubitsch e Capra, si addice al regista di Underground, che tende a indugiare troppo nell’assurdo. Il film, girato con soli 8 milioni di dollari in splendide località della Serbia, perde equilibrio e manca di respiro per l’eccessiva pretesa -e forzatura- di riproporre in modo un po’ folle un dilemma shakespeariano, fortemente balcanizzato, talora intriso di inutile ed eccentrica procacità. Magnifici attori danno vita a personaggi ben delineati, seppure inclini ad un improprio istrionismo. Il ricorso allusivo ad animali e al materiale ferroviario, diverte ma tende al noioso, per l’eccessiva insistenza sulla metafora che prende di mira l’ostinato e stupido contegno di chi si lascia accecare dall’odio, dal rancore e dall’ambizione. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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