Poetry

23/4/2011. Regista: Lee Chang-dong. Sceneggiatura: Lee Chang-dong. Interpreti: Yoon Jeong-hee, Ahn Nae-sang, Kim Hira, Lee Da-wit, Kim Yong-taek. 139 min. Corea del sud. 2010. Adulti. (X)

Mija, 65 anni, è in pensione ma ha ancora uno spirito giovane e grintoso, è elegante e di bell'aspetto. Mija vive con suo nipote, un ragazzo egoista e viziato, per il quale la nonna è la signora che prepara il cibo e paga i suoi capricci. Mija arrotonda lo stipendio curando un anziano emiplegico e scontroso.




Quando il film inizia vediamo il bellissimo fiume Han, che attraversa la città, e il cadavere di una giovane studentessa che galleggia, e Mija in un ospedale, preoccupata per le sue perdite di memoria. Poi vediamo Mija discutere con il nipote, curare l’anziano malato e scriversi in un corso di poesia nel centro culturale.
Il corso di poesia richiede lo sviluppo di un poema, e nelle lezioni Mija imparare a vedere e sentire. Mija scoprirà di più sul mondo che la circonda, della sua bellezza e le sue miserie. A poco a poco prende forma il poema che le è stato chiesto, che finirà con il film.

Lee Chang-dong ha sviluppato un poema visivo straordinario di due ore, bello e doloroso alla volta. Il film, formalmente bellissimo, è pieno di metafore visive che insegnano ad apprezzare ciò che vediamo intorno a noi, e mettono in parallelo la miseria fisica e la miseria morale; lo spettatore deve decidere quale sia la peggiore. Da tutto questo sorge una bella poesia che, purtroppo, è intinta di nichilismo e lascia l'anima in pena, perché c'è bellezza sì, ma non speranza. Poetry ha ricevuto giustamente il premio alla miglior sceneggiatura a Cannes. L'interpretazione di Yoon Jeong-hee è un altro poema. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)

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