Angeli e demoni

30/5/2009. Regista: Ron Howard. Sceneggiatura: David Koepp, Akiva Goldsman. Interpreti: Tom Hanks, Ewan McGregor, Ayelet Zurer, Pierfrancesco Favino, Stellan Skarsgard. 138 min. USA. 2009. Adulti. (V)

Angeli e demoni è una superproduzione hollywoodiana, alla moda, con le più topiche fanfaronate del cinema d’azione di massa, tutto brillante e lussuoso, appena sfornato. Il regista, gli sceneggiatori, il direttore di fotografia, il compositore della musica e il disegnatore di produzione fanno a gara per superare gli attori in numero e intensità di spropositi.



È un film costoso. L'elevato prezzo è direttamente proporzionale alla rudimentale struttura drammatica, che ricorda quella di un telefilm girato in economia, sullo stile di quelli programmati da tv locali, alle 8 del mattino di sabato, per lavoratori stressati, reduci dal turno e che già hanno iniziato a sonnecchiare.

La prima ora e mezzo del film è, in tal senso, altamente efficace: produce un sopore molto gradevole. Quando lo spettatore è già bello che addormentato, arriva il gran finale, che per l’imprescindibile spettacolarità esaurisce il poco credito residuo di una sceneggiatura che richiama il cappello a cilindro, da cui salta fuori -senza motivo- una legione di conigli, per di più travestiti da pecore. È il finale di fuochi artificiali, tipico delle sagre popolari.

Alcuni burattini (non si può parlare di personaggi) dicono scemenze inverosimili, facendo finta di svelare i segreti più occulti, con fronti aggrottate, per meglio spremerne l’intelligenza. La trama, banale come il buco di una ciambella, è una successioni di corse con tanto di sbandate, per le strade di Roma, dopo aver scoperto in modo sempre elementare, un indizio ottenuto, per di più, senza il minimo sforzo. Una gimcana, dunque, dove due sempliciotti (Langdon superstar e una fisica nucleare svizzera che recita e si esprime con la spigliatezza e il ritmo drammatico di un orologio a cucù) inseguono un assassino. Il tipaccio elimina, in sanguinosi e sinistri rituali -celebrati nelle chiese romane- cardinali che vanno per la maggiore (Dan Brown, come conosci bene i segreti del Vaticano, grazie per averci aperto gli occhi!), spazzati ora via dal conclave in cui la Chiesa potrà cessare di essere oscurantista e perversa, per diventare chiara e scientifica.

Gli sceneggiatori Koepp e Goldsman, pur cercando di rendere presentabili alcune delle scemenze del romanzo e di eliminare taluni sproloqui che vanno per la tangente, si mantengono tuttavia fedeli a quello “spirito fino” di Brown, ritraendo in linguaggio audiovisivo la sua stupidaggine uscita su carta stampata, nero su bianco. Restano però lontani dal livello ottenuto con Il codice Da Vinci, successivo come libro, ma anteriore come film.

Vengono a proposito le parole dello scaltro Orson Welles: “Sono in molti, così educati da non parlare con la bocca piena, a parlare con la testa vuota”. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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