Non ti muovere

28/04/2004. Regia: Sergio Castellitto. Sceneggiatura: Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto. Interpreti: Sergio Castellitto (Timoteo), Penelope Cruz (Italia), Claudia Gerini (Elsa), Angela Finocchiaro (Ada) Italia, Spagna, Inghilterra 2004. 125 m. Scluso.

Visione dall'alto di una strada bloccata da macchine poste di traverso. La pioggia precipita giù fitta. Primo piano di un casco di motorino con i lacci aperti. Un'autoambulanza porta via una giovane ragazza. Inizia così la seconda prova di regista di Sergio Castellitto che ha portato sullo schermo il libro omonimo, premio Strega 2002 di Margaret Mazzantini, qui nelle vesti di co-sceneggiatrice.

Timoteo, chirurgo nell'ospedale dove è stata portata la ragazza ferita, scopre che si tratta di sua figlia. Resta lunghe ore ad attendere fuori dalla sala operatoria ed intanto, solo ed impotente davanti ad un destino che non può condizionare, sente il bisogno di confessare a sé stesso un evento accaduto 15 anni fa, quando sua figlia non era ancora nata e lui si era trovato, in piena estate, con la macchina in panne, alla periferia di Roma. Un donna modesta e neanche attraente lo aveva invitato nella sua casa abusiva, soffocata da palazzoni in costruzione, perché potesse fare una telefonata. Timoteo, annebbiato da un eccesso di alcool, se ne era impossessato brutalmente, senza una parola.

Quando poi era ritornato alla sua splendente villa al mare, dalla sua bella moglie, giornalista impegnata e con poca voglia di avere figli, risucchiato dagli impegni mondani della società di cui fa parte, aveva sentito nostalgia per quella attrazione primitiva ed era ritornato più volte a compiere quel silenzioso rituale finché, scoperta che non smettiamo mai di riscoprire, si era accorto che sulla sessualità aveva attecchito il sentimento e che dentro quel corpo c'era la fragile e dolorosa umanità di una donna troppo sola. Timoteo ama Itala, come lui le dichiara? La mia risposta è No.

Timoteo mantiene sempre la distanza di un uomo che ha e che può, né rinuncia alla sua superiorità quando le regala quelle scarpette rosse che le piacciono tanto; meglio piuttosto parlare di compassionevole empatia, struggente rimorso verso quella testimonianza vivente della sua incapacità di prendere una decisione. Ad un certo punto della storia l'onesta Italia, appena saputo che la moglie di lui sta aspettando un figlio, si domanda se il Signore li potrà mai perdonare. Nessun dubbio traspare invece in Timoteo, che oltre a dichiarare che Dio non esiste, non sente la necessità di giustificarsi davanti a nessuno.

L' interpretazione di Penelope Cruz è eccezionale e forse confermerà la regola che per vincere un premio occorre imbruttirsi. Il personaggio di Penelope è autoconsistente: ad ogni battuta che dice si percepisce il suo doloroso passato e si intravede il suo tragico destino.

Non così per Castellitto, il cui personaggio non è messo a fuoco nelle sue vere motivazioni. Per la suo senso di noia della vita e la ricerca di sensazioni forti, si potrebbe disturbare anche il nichilismo dello "Straniero" di Camus, ma sarebbe andare oltre le intenzioni della stessa autrice. Più realistico fare riferimento al solito italiano infedele e debole impersonato da Gassmann e Tognazzi in tante commedie all'italiana; solo che in questo caso il tono è terribilmente melodrammatico (si entra e si esce continuamente da una sala operatoria).Molto efficace invece Castellitto come regista: mostra di aver colto, con intuizioni visive originali e con una realizzazione molto curata, lo spirito delle pagine del romanzo della moglie. Franco Olearo. Per gentile concessione di www.familycinematv.it

Pubblico: Sconsigliato. Contenuti: V+, X+, D, F+ Qualità: **** (FAMILYCINEMATV)

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