Oceano di fuoco (Hidalgo)

21/04/04. Regista: Joe Johnston. Sceneggiatura: John Fusco. Interpreti: Viggo Mortensen, Omar Sharif, Zuleikha Robinson, Malcolm McDowell, J.K. Simmons. 136 m. Giovani. 2004.


Da secoli, si chiama Oceano di fuoco uno spaventoso raid di 3.000 miglia, pieno di insidie, attraverso i deserti dell’Arabia. Ogni anno gareggiano i più abili cavalieri beduini, montati sui migliori destrieri arabi. Molti dei partecipanti morivano durante la corsa, per sete, o uccisi da predoni. Nel 1890, partecipò alla gara uno statunitense di nome Frank T. Hopkins, scout dell’esercito degli Stati Uniti, a cavallo di Hidalgo, il suo mustang, nauseato dai massacri di indiani e dalla partecipazione al patetico circo di Buffalo Bill. Era la prima volta che prendeva parte alla corsa uno straniero, per di più su di un cavalcatura di taglia modesta.


Frank Hopkins è veramente esistito, ma Oceano di fuoco è pura fiction, classico film di avventura, realizzato da un regista, come Joe Johnston, esperto nel genere (Jumanji, Jurasic Park III). L’eroe è un solitario cavaliere a caccia d’avventure, in groppa al suo cavallo; ci sono grandi cavalcate, inseguimenti, battaglie campali, sequestri e liberazioni di principesse, tempeste di sabbia, imboscate, pozzi d’acqua avvelenata, trappole assassine, esotici oasi, storie d’amore e tanti di quei dettagli, da superare lo standard hollywoodiano.

La narrazione filmica si avvale dei migliori effetti tecnici moderni, ora per rallentare l’azione, ora per cercare (forse senza sempre riuscirci) di darne profondità. Come nel personaggio del samurai di Tom Cruise, Hopkins vive da alcolizzato, perseguitato dagli incubi del passato. Per di più, con l’aggravante di essere meticcio. L’avventura di Hidalgo richiama il recente Seabiscuit, il cavallo considerato tipico perdente, che trionfa grazie alla costanza e alla tenacia del suo fantino. Una divinità indiana, stile New Age come Hollywood ci ha abituati, viene evocata al momento culminante, per infondere coraggio al cavaliere e alla sua cavalcatura. Un Viggo Mortensen, comunque credibile, apporta al ruolo del suo personaggio un aria di nobiltà e di spiritualità.

Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: VF. Qualità: *** (MUNDO CRISTIANO)

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