Paradise now

22/10/2005. Regia: Hany Abu-Assad. Sceneggiatura: Hany Abu-Assad, Bero Beyer e Pierre Hodgson. Interpreti: Kais Nashef, Ali Suliman, Lubna Azabal, Amer Hlehel, Hiam Abbass, Ashraf Barhoum, Mohammad Bustami, Mohammad Kosa, Ahmad Fares, Oliver Meidinger. Francia, Germania, Israele. 2005. 90 min. Giovani. (VD)

Due giovani volontari, Said e Khaled, preparano in territorio palestinese un attentato suicida, da realizzare in Israele. La fidanzata di uno di loro, figlia di un eroe della resistenza, cerca di dissuaderli.

Si tratta di un’interessante introspezione nel mondo personale di un palestinese suicida. Il puro terrorismo di matrice marxista si mescola a confuse promesse religiose, che i protagonisti non riescono a far proprie sul serio, nonché a mistificazioni borghesi di certi radicali libertari. Il film –di nazionalità palestinese, olandese, francese e tedesca- propugna la cessazione della violenza palestinese, come possibile fonte di una diversa politica israeliana. La messa in scena appare semplice -non per questo meno efficace- in un film fatto per lo più da personaggi che parlano poco, ma esprimono molto. La donna palestinese appare l’autentica vittima silenziosa di quello che succede ed è proprio il suo personaggio ad incarnare l’alternativa più umana. È stato il film che ha provocato le reazioni più diverse, all’ultimo Festival di Berlino. Juan Orellana. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, D. (ACEPRENSA)

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