Garfield

25/09/2004. Regista: Peter Hewitt. Sceneggiatura: Joel Cohen, Alec Sokolov. Interpreti: Bekin Meyer, Jennifer Love Hewitt, Stepehn Tobolowsky. 75 min. USA. 2004. Tutti.

Gli sceneggiatori di Toy Story e il regista di The Borrowers (I Rubacchiotti) hanno trasformato in lungometraggio uno dei fumetti più popolari al mondo, il cui protagonista è il gatto, grasso e viveur, chiamato Garfield. Le avventure di Garfield risalgono al 1978. Il gatto, creato da Jim Davis, è apparso sulle pagine di 2.600 giornali di 63 paesi, in 23 lingue diverse. La serie tv, vincitrice di quattro premi Emmy, è andata in onda tra il 1988 e il 1995.

Con questi precedenti non era facile intraprendere un lungometraggio, perché i fumetti propongono situazioni particolari di forte impatto allusivo, ma prive di continuità, con una componente satirica molto accentuata, spesso sottile. Il film appare riuscito, ben realizzato, secondo una storia accettabile, ricca di battute comiche e gags, che ben riassumono le peculiarità di questo indolente e imborghesito felino. Il copione (ricalca un elementare e trito viaggio di eroe) opta chiaramente per il pubblico infantile, che peraltro non è utente abituale di Garfield. La strategia di produzione -un film per la famiglia- è abile, ma problematico è prevedere se riuscirà a soddisfare gli uni (i genitori) e gli altri (i bambini). Ed è tutto da dimostrare, che il fumetto -per di più il fumetto a strisce- regga altrettanto bene in versione cinematografica. Garfield è un film simpatico, non entusiasmante. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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