Lo Hobbit. La battaglia delle cinque armate

20/12/2014. Regista: Peter Jackson. Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Guillermo del Toro, Peter Jackson. Interpreti: Martin Freeman, Ian McKellen, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Luke Evans. 144 min. Nuova Zelanda, USA. 2014. Giovani.
Chiude, con questo avvincente film di guerra, l’adattamento in tre puntate che Peter Jackson ha fatto della storia pubblicata da Tolkien nel 1937. E' giusto congratularsi con Jackson per il suo lavoro sulle due saghe, per un totale di oltre 17 ore di filmati. Molto è accaduto dal dicembre 2001, quando ha avuto luogo la prima di Il Signore degli Anelli. La Compagnia dell’Anello.

Per oltre un decennio, Tolkien e le sue opere sono state sotto i riflettori e mi sembra logico, perché è un meraviglioso scrittore. Jackson, nel frattempo, con successi e insuccessi, ha fatto qualcosa di unico nella storia del cinema (ovviamente non paragonabile dal punto di vista delle strategie narrative e di produzione con Harry Potter).

La trilogia dell’Hobbit dura per un totale di quasi 8 ore. Penso che, grazie alla critica che è stata abbastanza dura, Jackson ha ridotto il filmato in ogni nuova release.

L’ho già detto nei commenti alle prime due parti di Lo Hobbit: più metraggio, più battaglie, più tono epico, più somiglianze con Il Signore degli Anelli, meno somiglianze con il tono casuale, rilassato e divertente della storia originale. Jackson si è difeso dicendo che gli investimenti nel film sono stati così alti che non aveva altra scelta che fare una trilogia per recuperare i soldi. Pertanto, il filmato doveva essere riempito con un sacco di azione. Capisco, ma non condivido.

Quindi, questo ultimo film è avvincente e ha delle sequenze d'azione formidabili. Tranne alcuni di quei terribili avvicinamenti aerei in elicottero con musica di cattivo gusto, ai quali manca soltanto un adesivo per visitare la Nuova Zelanda, il film è ben girato e ha un piano di produzione invidiabile, con luoghi e scenografie molto belle. E un attore meraviglioso, Martin Freeman, che interpreta un Bilbo semplicemente perfetto. E’ un peccato che non sia ancora più protagonista, perché quando gli sceneggiatori lo lasciano fare, dà alla storia il tono delizioso che Tolkien voleva.

Le viste di Erebor (la fortezza-palazzo scolpita nella pietra dai Nani) sono indimenticabili, i singoli combattimenti anche. Ci sono una dozzina di sequenze memorabili, molto meritevoli,... ma il film avrebbe guadagnato se fosse stato più breve, ritagliando battaglia, sangue e fuoco, per far brillare meglio i viaggi dei personaggi: Thorin squassato dalla febbre gialla, Thranduil divorato da orgoglio altezzoso, Gandalf che spegne gli incendi, Bilbo, l’amicizia commovente con i nani, la scoperta dell'amore per l’elfa Tauriel, il dramma  di Legolas, il coraggio di Bardo ...

Il ritorno a casa è davvero bello, anche se arriva quando sei ormai stanco dalle battaglie. Secondo me, è la parte migliore del film. E certamente, il collegamento con Il Signore degli Anelli è eccellente: ti viene un travolgente desiderio di rileggere i romanzi. Alberto Fijo. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

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