Fury

24/1/2015. Regista: David Ayer. Sceneggiatura: David Ayer. Interpreti: Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Scott Eastwood, Jon Bernthal. 134 min. USA. 2014. Giovani. (V)
David Ayer ha scritto e diretto un film di 68 milioni dollari di bilancio, il primo kolossal della sua carriera, con Brad Pitt come equity partner di riferimento e attore protagonista. Il suo nuovo film segue un carro armato americano che avanza verso Berlino nell'aprile del 1945. L'equipaggio si conosce bene, condividono l'abitacolo del Sherman dall'Africa. I loro scontri con i tedeschi durano da quattro anni.

Chiunque legga quanto sopra, capirà che una storia così è piena di possibilità, di incentivi. Gli attori, la fotografia, il disegno, le locations, funzionano. Ma Ayer ha evidenti problemi di scrittura e la sfortunata musica di Steven Price (premio Oscar l'anno scorso per Gravity) esalta le debolezze strutturali del filmato. A peggiorare le cose, il film dura 134 minuti, che aiutano a rendersi conto dei difetti e dimenticare le virtù (ad esempio, la sequenza dello scontro di Sherman con un Tiger tedesco ha cose molto interessanti, ma anche le caratteristiche di un direttore della fotografia che ha fatti troppi annunci e pocchi film).

“Brothers under the gun” si legge nello slogan promozionale di Fury. Ayer non sa separarsi dalle trame e i personaggi di Spielberg in Salvate il soldato Ryan e Band of Brothers. Se avesse indovinato con la sceneggiatura, il film avrebbe potuto essere molto buono. Ma non passa dalla sufficenza.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

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